Chiuse le indagini sulle Ceneri in Valnestore. Sono 9 le persone indagate, oltre ad Enel Produzione spa, per l’interramento di ceneri e rifiuti nell’area circostante la centrale Enel di Pietrafitta, di ben 300mila metri quadrati. Una zona finita sotto sequestro nel giugno 2016, dopo l’inchiesta giornalistica portata avanti da Tuttoggi.info sin dalla fine del 2015.
Gli indagati sono Giuseppe Molina, amministratore delegato di Enel spa, Luca Camillocci Solfaroli, ad di Enel Distribuzione spa, l’imprenditore Paolo Riccioni (titolare dell’azienda che avrebbe materialmente effettuato alcuni interramenti), Enzo Patalocco, ad della Valnestore Sviluppo fino al 2015 ed il suo successore Ferruccio Bufaloni, ed i responsabili della centrale di Pietrafitta delegati da Enel nel corso del tempo: Romolo Bravetti, Claudio Altieri, Stefano Riotta e Claudia Chiulli.
I reati contestati sono quelli di inquinamento ambientale e vanno dall’omessa bonifica dei terreni a quella dei macchinari. Con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, gli indagati hanno 20 giorni di tempo per depositare memorie difensive o chiedere di essere ascoltati.
Ceneri in Valnestore, tutti gli articoli dell’inchiesta di Tuttoggi.info
Intanto Enel Distribuzione è intervenuta sull’inchiesta con una nota: “Come già evidenziato nelle sedi amministrative, la Società ribadisce di aver sempre agito nel miglior interesse del territorio e dell’ambiente. Eventuali responsabilità per i reati contestati non sono imputabili a Enel Produzione. In linea con la propria politica ambientale, Enel Produzione ha, peraltro, già svolto da tempo interventi paesaggistici in quelle aree e si è impegnata ad effettuare ulteriori attività di natura ambientale anche laddove di responsabilità di soggetti terzi. In ogni caso, la Società confida che nel corso delle prossime fasi del procedimento si potrà accertare la sua estraneità, e quella dei propri dipendenti, ai fatti contestati. Enel Produzione continuerà a collaborare con le autorità amministrative e con la magistratura per chiarire ogni aspetto, al fine di favorire il ripristino ambientale delle zone indicate nel provvedimento, riservandosi ogni diritto di rivalsa sui soggetti eventualmente responsabili”.