I cittadini che hanno effettuato negli anni dal 2007 al 2013 interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche – circa mille – finalmente riceveranno i contributi a loro rimborso. Mentre nei prossimi due anni saranno erogati altri fondi per chi ha effettuato lavori di quel tipo negli anni successivi (altri mille). Sono infatti 11 i milioni di euro in campo per l’Umbria per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
“Oggi possiamo contare su una consistente mole di risorse per l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. Undici milioni di euro che, nel quadriennio 2017-2020, ci consentiranno di finanziarie le domande che sono rimaste finora inevase e di soddisfare quelle che ci sono state presentate nell’anno in corso”: lo ha annunciato l’assessore regionale all’urbanistica, Giuseppe Chianella, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi a Perugia sul rifinanziamento degli interventi fatti dai privati per il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche.
“Dopo anni di mancato copertura da parte dello Stato della legge 13/’89 per l’abbattimento delle barriere architettoniche, grazie al governo Gentiloni – ha detto Chianella -, abbiamo oggi le risorse necessarie a finanziare gli interventi già realizzati dai cittadini nelle proprie abitazioni attingendo dal bilancio familiare. Come Regione, dal 2002 al 2016, abbiamo cercato di supplire alla mancanza di fondi statali con risorse proprie per un importo di oltre 5 milioni di euro. Ora vediamo premiati la determinazione ed il lavoro portato avanti dalla Regione Umbria e dai suoi uffici sui tavoli nazionali, un lavoro che ci ha permesso di ottenere 11 milioni di euro sui 180 disponibili a livello nazionale. Di queste risorse, attraverso i programmi biennali che stiamo mettendo a punto, circa cinque milioni di euro andranno a finanziare le domande presentate dal 2007 fino al 2013, mentre con la rimanete quota di circa sei milioni di euro, nelle annualità 2019-2020, andremo a soddisfare le domande in graduatoria. Il finanziamento di questi interventi, che incidono in maniera significativa sulla qualità delle vita delle persone diversamente abili e dei loro familiari – ha concluso Chianella – ci riempie di soddisfazione”.
“Con le risorse a disposizione – ha detto Alberto Merini, dirigente del servizio Opere pubbliche della Regione Umbria – riusciamo nell’immediato a dimezzare il fabbisogno di circa 1000 famiglie su 2000 che ne hanno fatto richiesta. Ieri – ha annunciato – abbiamo attivato il trasferimento dei soldi nelle casse comunali per le richieste 2007-2013”.
“La procedura per accedere ai contributi è molto semplice – ha aggiunto Antonio Galiano del servizio opere pubbliche della Regione. I cittadini devono rivolgersi al Comune di residenza che poi provvederà ad indicare alla Regione i fabbisogni emersi. Sul sito della Regione Umbria sono reperibili tutte le informazioni. È essenziale – ha concluso Galiano – lavorare in stretta collaborazione con i Comuni perché così è possibile ottimizzare i fondi e mantenere aggiornate le graduatorie”.
Raffaele Goretti, Presidente dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità della Regione Umbria ha evidenziato che “le risorse ottenute dalla Regione Umbria hanno ripagato il lavoro fatto dell’ente nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni. Siamo infatti ad un passaggio epocale per impegno dello Stato nei confronti di una legge che è stata finalmente rifinanziata. Sta comunque ai sindaci – ha proseguito – impegnarsi per una piena attuazione della legge. Le questioni relative alle barriere architettoniche – ha sottolineato – sono all’attenzione dell’opinione pubblica, ma molti Comuni continuano a non tenere conto delle necessità delle persone con disabilità”. Dopo aver sottolineato che prosegue il lavoro dell’Osservatorio regionale, Goretti ha annunciato una iniziativa che si terrà il 20 ottobre affinché, nell’ambito della ricostruzione post sisma, si tenga conto dell’ambiente complessivo dove vivono le persone e non solo della ricostruzione delle case. Auspichiamo infatti – ha concluso – che la piena inclusione delle persone diversamente abili non sia solo un fatto sporadico, ma diventi uno strumento ordinario”.