I figli devono essere educati dalla famiglia. Da qui la necessità di valutare attentamente il confine dell’autonomia scolastica ed in generale del ruolo dei professori. Il convegno nazionale “Educare per il Domani – Famiglia Scuola e Società Insieme per il futuro delle nuove generazioni”, che il Comune di Todi ha scelto di patrocinare ed ospitare presso il Palazzo comunale, ha offerto molti spunti di riflessione sul delicatissimo ambito del rapporto scuola-famiglia.
Un’iniziativa che è stata particolarmente apprezzata dal Popolo della famiglia. “Conosciamo bene da sempre lo spirito e l’intento dell’Associazione Articolo 26 la cui mission consiste nel conseguimento di una sempre maggiore incidenza nelle questioni riguardanti la difesa della libertà educativa dei genitori, inserita nell’ottica di un dialogo partecipato e attivo con la scuola” la premessa del Popolo della famiglia. Che tra i numerosi spunti di riflessione afferma di apprezzare e condividere soprattutto quelli che assegnano anche alla politica un compito fondamentale per riportare quel dialogo costruttivo fra le famiglie e chi ha responsabilità della crescita degli alunni: una vera e propria cooperazione fra i genitori e chi agisce con il loro consenso e su loro incarico.
“Anche la nostra battaglia politica, in questo campo – affermano i responsabili umbri del Popolo della famiglia – parte dall’opposizione ad ogni tentativo da parte dello Stato di volere subentrare, in maniera silente e subdola, al diritto inalienabile e alla priorità educativa dei genitori nei confronti dei figli, con la finalità evidente di conseguire una manipolazione ideologicamente dittatoriale delle nuove generazioni. Per questo abbiamo contestato la legge 3/2017 approvata dalla nostra Giunta regionale, il cui fine ultimo, non è sicuramente la lotta alle discriminazioni, oggetto della legge, ma la sospensione del ruolo educativo della famiglia, soppiantata dall’associazionismo LGBT, che vuole assurgere ad agenzia educativa“. Un tema molto dibattuto, sino alla diffida che il prefetto ha inviato alla Regione, contestando la legittimità della procedura.
Protocollo gender, scontro tra Regione e Prefettura
“In conclusione – affermano i responsabili umbri del Popolo della famiglia – condividiamo pienamente le perplessità esposte dal Prof. Nembrini riguardo la necessità di favorire una vera autonomia scolastica, con le dovute tutele per il corpo docente, di cui peraltro si occupano instancabilmente i sindacati, affinché il dirigente scolastico possa avere la facoltà operativa di fare scelte relative al corpo docente in ordine alla qualità del proprio istituto, non per ottenere prestigio ma solo per garantire la giusta e doverosa cura nei confronti dei giovani, che necessitano di un mondo adulto esemplare e veramente educativo“.