L’odissea dei piccoli alunni della scuola elementare “Carducci” di Borgo Rivo (chiusa per questioni di sicurezza dopo il sisma dello scorso anno) continua; a una settimana dal suono della campanella i genitori degli alunni trasferiti nel distaccamento Ipsia non sanno ancora come i propri figli potranno raggiungere la sede scolastica.
Il problema è quello relativo al trasporto pubblico che, da quest’anno sarà a pagamento. L’ex giunta Di Girolamo era riuscita a garantire il servizio di trasporto pubblico, ma con il Comune in dissesto per le famiglie si prospetta un oneroso canone mensile per pagare i viaggi casa-scuola e scuola-casa. Secondo quanto è stato possibile apprendere, le famiglie hanno a disposizione due opzioni; il servizio pubblico, con un contributo di 17mila euro del Comune e uno privato, entrambi gestiti dalla Cmt.
Il paradosso è che il servizio pubblico costa molto più alle famiglie rispetto a quello privato che, tra l’altro, non può garantire la copertura di tutte le richieste delle famiglie, col rischio di ‘lasciare a piedi’ alcuni degli alunni.
Si parla di cifre considerevoli; il trasporto di una alunna o alunno con l’azienda privata Cmt è di 238 euro per tutta la durata del periodo scolastico, con riduzione di metà prezzo per un eventuale secondo figlio o figlia.
Se invece si decidesse di usufruire del servizio comunale (con 17mila euro di contributo pubblico), il costo aumenterebbe sensibilmente: si parla di 120 euro soltanto fino al 22 dicembre (senza agevolazioni per eventuali secondi figli), con la possibilità che, dopo le vacanze natalizie, la tariffa possa ancora aumentare.
Una situazione che sta tenendo in apprensione numerose famiglie di Borgo Rivo che, oltre al disagio di dover accompagnare i propri figli in una sede molto distante dal proprio quartiere, ora devono anche fare i conti con il disagio dei trasporti. Come ricorda una circolare sul sito della scuola, oggi 6 settembre scade il termine di presentazione delle domande per usufruire del servizio di trasporti offerto dal Comune e molti genitori sono perplessi riguardo le tariffe applicate: il Comune con un contributo di 17mila euro non riesce ad ottenere un prezzo competitivo rispetto alla richiesta di un privato? E senza i 17mila euro quanto sarebbe costato il servizio ai cittadini?