Un accordo è ancora lontano, ma il primo passo è stato fatto: mentre va avanti il braccio di ferro giudiziario, i curatori fallimentari del Gruppo Novelli e di Alimentitaliani si sono ritrovati allo stesso tavolo. E’ questo senza dubbio l’aspetto più significativo dell’incontro che si è tenuto martedì al ministero dello Sviluppo economico, per discutere delle aziende e dei lavoratori ex Novelli dopo che un anno e mezzo fa il Mise aveva spinto per la cessione al gruppo iGreco attraverso la newco Alimentitaliani.
Assente all’incontro il ministro Luigi Di Maio, la cui presenza era stata richiesta a gran voce da sindacati e politici. Per il ministero c’erano invece il vicepresidente di Gabinetto, l’ingegner Giorgio Sorial, ed il responsabile dell’Unità gestione vertenze del Mise, Giampietro Castano, che ben conosce la vertenza Novelli. Presenti i rappresentanti delle Regioni coinvolte (Umbria in primis, con l’assessore Fabio Paparelli), dei Comuni di Terni, Spoleto ed Amelia con i rispettivi sindaci, le organizzazioni sindacali locali e nazionali, vari parlamentari ed i curatori fallimentari di Alimentitaliani (Caldiero e Meo, nominati dal Tribunale di Castrovillari a dicembre 2017 contestualmente al fallimento) e quello del Gruppo Novelli (Bartolini, che segue il fallimento dichiarato dal tribunale di Terni ad aprile 2017) oltre al custode giudiziario delle società agricole (Fattorie, Bioagricola e Cantine Novelli) Ugo Celestino, nominato di recente.
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Proprio le vicende giudiziarie che vedono contrapposte le due curatele fallimentari sono state uno dei temi principali dell’incontro, convocato anche in vista della scadenza della gara (le domande vanno presentate entro il 27 luglio) per l’affitto di ramo d’azienda delle società ora Alimentitaliani, e quindi i settori uova, panificio e pet food. A cercare di promuovere la “tregua” era stato nei giorni scorsi il curatore del Gruppo Novelli, il commercialista orvietano Marco Bartolini, che ha il compito di soddisfare le centinaia e centinaia di creditori della holding con sede legale a Terni rimasta una scatola vuota dopo la cessione degli asset alla società calabrese a fine 2016 al prezzo simbolico di 1 euro. Con quest’ultima però che un anno dopo è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Castrovillari. Bartolini – che nei mesi scorsi ha avviato un’azione revocatoria di quella famosa vendita ottenendo anche un sequestro delle società agricole (attualmente di proprietà di altre compagini del gruppo iGreco) – ha infatti nei giorni scorsi prospettato una possibile soluzione.
Vale a dire la “condivisione, pur nel rispetto dell’autonomia delle due procedure (fallimentari, ndr), delle linee guida riguardo agli affitti/cessioni dei rami d’azienda da intraprendere”. Che di fatto era quello che chiedeva anche il giudice del Tribunale di Terni Alessandro Nastri pronunciatosi sull’istanza di revoca della cessione del Gruppo Novelli ad Alimentitaliani (nel merito del quale si entrerà a settembre), richiesta però di fatto bypassata dal tribunale di Castrovillari. Ma soprattutto il curatore umbro ipotizza la “ripartizione di tutto l’attivo fallimentare tra le due procedure in propozione ai rispettivi debiti, ante e post cessione di azienda“. Un’intesa tra le parti sembra lontana, ma già il sedersi allo stesso tavolo è stato un passaggio importante.
Il prossimo passo sarà quindi l’apertura delle buste delle offerte per i rami uova, pane e mangimi per animali, prevista per martedì in Calabria. Subito giovedì al Mise si terrà una nuova riunione per fare il punto.
Sull’ipotesi spacchettamento e sulla imminente nuova gestione delle aziende ex Novelli, comunque, è stata espressa la preoccupazione da parte delle organizzazioni sindacali, che invece hanno evidenziato “la necessità di mantenere l’esercizio provvisorio e la continuità stessa delle aziende, ivi comprese le attività agricole, con la possibilità di ricambio produzione uova, effettuando rimonta pulcini”.
“Abbiamo ribadito inoltre – evidenziano Fai, Flai e Uila – la necessità di avere continuità di ammortizzatori sociali Cigs e politiche attive”. Sulla cassa integrazione straordinaria, comunque, sono arrivate risposte positive: è stata confermata la possibilità di averla fino al 22 dicembre con una proroga fino a maggio, “anche senza esercizio provvisorio, salvo ulteriori finanziamenti, da prevedere nella nuova legge di stabilità”.
Da parte della Regione, invece, sono stati confermati gli impegni presi sulle politiche attive. Lo conferma sui social network anche il vicepresidente Fabio Paparelli, che all’esito del tavolo al Mise spiega: “abbiamo concordemente (Regione, Comuni e sindacati) chiesto di vigilare sull’esito degli avvisi in scadenza il 27, ai fini della tenuta occupazionale e della continuità produttiva ed auspicato un dialogo tra le curatele nell’interesse della comunità dei lavoratori. Dispiace l’assenza del ministro Di Maio, speriamo che il 2 agosto, quando è stata aggiornata la riunione per valutare l’esito delle eventuali offerte, sia presente. Per ammortizzatori sociali ed azioni di politiche attive la Regione, che ha già stanziato 1 milione, metterà a disposizione gli strumenti necessari. A tal proposito ho fatto richiesta di proroga degli ammortizzatori al 31/12/2019 per le aree di crisi”.