Baci, Baci, Baci. Non è uno slogan d’amore ma la strategia di Nestlé per lo stabilimento di San Sisto di Perugia. Ai sindacati – con i quali la multinazionale da un anno e mezzo aveva intrapreso un estenuante braccio di ferro, sino a strappare il piano di esuberi e di stagionalità “spinta” (Perugina, firmato l’accordo | Nestlè “Soluzione per tutti i 364 lavoratori in esubero”) – la responsabile marketing e sviluppo Baci, Valeria Norreri, ha illustrato i piani con cui Nestlé vuole spingere con più vigore il famoso cioccolatino Perugina con la nocciola negli gli Stati Uniti, in Cina, negli Emirati Arabi. Paesi per i quali Nestlé annuncia di aver ottenuto la certificazione necessaria per essere presente nei rispettivi mercati. E sulle cui “ruote” ha deciso di puntare 4 milioni di euro.
Un piano di comunicazione definito “molto forte”, che accompagnerà il Bacio anche in Italia. Con una nuova immagine legata al Bacio, la cui grafica è in fase di produzione.
Ma nell’incontro, che si è svolto nella sede di Confindustria, si è parlato anche di export e mercato interno. Per quanto riguarda l’export, è stata ribadita la centralità dei Baci Perugina come prodotto simbolo del made in Italy e dell’artigianalità umbra. Sono stati confermati investimenti per quanto riguarda i Baci sia nei mercati di Usa, Canada, Cina, Brasile ed Australia, che in nuovi mercati.
Ma oggi il piano che Nestlè ha confermato di voler implementare, ha dato risposte differenti a seconda dei Paesi. In alcuni casi ci sono state delle criticità che hanno determinato dei rallentamenti rispetto alle previsioni di sviluppo.
Questi rallentamenti hanno impedito sensibili aumenti di volumi in fabbrica. Nestlè ha ribadito l’interesse e la volontà di penetrare in tutti i mercati oggetto di investimenti attraverso campagne pubblicitarie e di marketing.
Per quanto riguarda più propriamente il mercato interno, ci saranno investimenti, sia in termini pubblicitari che grafici, sul brand Perugina, con prodotti quali Tablò, Sfoglie e Nero su tutti.
Illustrati anche nuovi progetti che saranno sviluppati nei prossimi mesi.
A giudizio della Rsu Perugina la strategia illustrata “è interessante e conferma la validità del piano firmato nel 2016 in cui si individuava nel Bacio Perugina un prodotto a scala mondiale e si progettava il rilancio del marchio Perugina”.
“Resta tuttavia la nostra preoccupazione – aggiungono però i rappresentanti della Rsu – per quanto riguarda la situazione generale del dolciario in Europa che investe anche la Perugina. Questo comparto sappiamo da tempo essere oggetto di una revisione da parte del management europeo e ciò non può non generare una situazione di incertezza che si riflette sulla fabbrica. A nostro avviso il ritardo di volumi nel settore della Confiserie è determinato anche da queste dinamiche di carattere europeo”.