Tre comunità in lutto, e ancora sconvolte, per le altrettante vittime del terribile frontale di ieri mattina, avvenuto sulla Flaminia nei pressi di Gualdo Tadino. Cerqueto e Casacastalda piangono rispettivamente la scomparsa del 44enne Daniele Spigarelli e del 50enne Enrico Rossi, entrambi padri di famiglia e operai della Faber di Sassoferrato, azienda verso la quale avrebbero dovuto dirigersi come ogni giorno di lavoro. La terza vittima è invece il 55enne Paolo Trotta, della provincia di Cosenza, dipendente delle Ferrovie dello Stato.
I due umbri si trovavano a bordo della Fiat Panda, incendiatasi subito dopo il tremendo impatto con la Fiat 500 del calabrese, sopraggiunta dalla direzione opposta, poi ribaltatasi. I tre sono morti sul colpo. Per permettere le operazioni di soccorso e sgombero, la Flaminia è stata chiusa per ben 6 ore.
Ed è proprio la sicurezza di questa arteria che torna ad infiammare la polemica. Insieme alla Pian d’Assino, infatti, essa è spesso teatro di incidenti, anche mortali, soprattutto a causa dell’elevata velocità di percorrenza. Un’ipotesi, quest’ultima, non ancora verificata per quanto riguarda l’incidente di ieri. Le forze dell’ordine, infatti, stanno vagliando anche la possibilità di un colpo di sonno o di un malore.
“Non si può morire per andare al lavoro – ha dichiarato a margine della tragedia il consigliere regionale Andrea Smacchi -. A prescindere dalle dinamiche, che sono ancora da accertare, tragedie così devono farci riflettere. Si ripropongono ancora una volta due temi, da un lato quello della sicurezza sulle nostre strade, in particolare quelle veloci a due corsie e dall’altro il tema del lavoro, su cui si deve investire al fine di offrire e garantire offerte all’interno del nostro territorio”.
Nei prossimi giorni avranno luogo i funerali delle tre vittime, molto probabilmente ognuno nelle rispettive comunità.