Il candidato Sindaco della lista di sinistra Senso Civico interviene sulla vertenza sindacale in corso alla Cmt (ex Cosea), dove è appena stata decretata dall’azienda l’attuazione di una procedura di licenziamento collettivo per 6 soci lavoratori, con forte opposizione dei sindacati.
“Quello che si sta determinando alla Cmt – afferma Gentiletti in una nota – cooperativa che ricopre un servizio importante come il trasporto pubblico ordinario e quello destinato a persone con problematiche motorie di vario tipo, lascia davvero senza parole. Da quanto emerso in questi giorni sulla stampa sembra infatti che la cooperativa abbia deciso di licenziare alcuni soci lavoratori, nonostante i conti aziendali siano tutti in ordine, rifiutando addirittura altre soluzioni alternative prospettate dai sindacati. Ora – prosegue Gentiletti – senza voler entrare nel merito di scelte aziendali che non riguardano di certo l’amministrazione della cosa pubblica, riteniamo che questa decisione sia davvero incomprensibile. Un territorio già martoriato dalla crisi come il nostro rischierebbe infatti di ricevere così un altro colpo durissimo, sia per le ricadute occupazionali, sia per il potenziale impoverimento di un servizio essenziale come quello ricoperto ad oggi dalla Cmt”.
“Ad aggravare ulteriormente la situazione – prosegue il candidato Sindaco di Senso civico – vi è poi il fatto che la cooperativa lavora in buona parte con commesse pubbliche, con i Comuni di Terni e Narni e con la Asl. Una situazione che lascia intravedere più di un’analogia con quanto sta accadendo con altri appalti del Comune di Terni, dalle pulizie al verde pubblico, delineando un quadro drammatico. Non vorrei essere tacciato di strumentalizzare la vicenda, ma è complicato non sottolineare come tutte queste vicende che coinvolgono le vite di tante famiglie di lavoratori non siano altro che il frutto delle esternalizzazioni di servizi essenziali decise dalle passate amministrazioni, con cui sempre più evidente che una sinistra, per essere tale e difendere davvero le ragioni dei lavoratori e di un servizio pubblico di qualità, debba rompere ogni legame di continuità”.