Dopo il ‘caso Rasiglia’ ora è l’intera Val Menotre che ha voglia di rialzare la testa, e di rinvendicare, con orgoglio, il proprio ruolo nel contesto del territorio comunale. Per anni colpevolmente dimenticata e incomprensibilmente sottovalutata, ora la montagna folignate intende rialzare la testa e di passare da ‘Cenerentola’ a protagonista delle sviluppo economico, turistico e ricettivo.
I recenti successi delle iniziative di Colfiorito, Pale e Rasiglia dimostrano che le carte in regola ci sono tutte, ora occorre sapersele giocare e gli assi nella manica non mancano di certo.
Ieri sera, a Scopoli, vertice tra amministrazione comunale e rappresentanti del territorio e delle frazioni limitrofe. Il sindaco di Foligno Nando Mismetti, si è presentato insieme all’assessore alla viabilità, con delega ai rapporti con la montagna, Graziano Angeli; il comandante dei Vigili Urbani Massimiliano Galloni; il dirigente dell’area Lavori Pubblici Francesco Castellani il sindaco di Sellano Attilio Gubbiotti.
Il vertice che doveva servire a fare il punto su alcune esigenze della Val Menotre, tra le quali, la questione dello svincolo e la viabilità in generale, si è poi concentrata sul ‘caso Rasiglia’, con tanto di sopralluogo direttamente nel ‘paese delle acque’.
Alla fine alcuni risultati concreti sono stati portati a casa: dall’installazione di bagni pubblici, che dovrebbero essere realizzati all’interno di casette del villaggio post terremoto lasciate libere, alla riproposizione del servizio navetta in caso di grandi eventi. Per quanto riguarda il nodo parcheggio, un abitante di Rasiglia si è detto pronto a mettere a disposizione un’area di sua proprietà a servizio del paese. Su questo dovranno lavorare tecnici ed amministratori, così come sull’eventuale gestione dei bagni che – è stato sottolineato – se saranno messi dovranno anche essere decenti e decorosi, non certo come quelli in via Pertichetti, altrimenti avrebbero un effetto controproducente.
Bagni pubblici nel degrado, siringhe infette lasciate ovunque | Le foto
Ma sul ‘caso Rasiglia’ il sindaco Mismetti non ci sta ad essere ‘tirato per la giacchetta’ e torna a ribadire alcuni concetti.
“Per fare chiarezza una volta per tutte su questa bellissima avventura che dura ormai da dieci anni. Dieci anni fa Rasiglia versava in pessime condizioni, essendo l’ultima frazione non completata del Pir: incuria, spopolamento, canali cementati e strade dissestate, per le quali era prevista la pavimentazione. All’improvviso giunge la notizia che per la pavimentazione i soldi non ci sono e si procederà ad asfaltare: la goccia fa traboccare il vaso – ricorda Tonti – ci riuniamo, spontaneamente, e ci costituiamo come associazione di promozione sociale ”Rasiglia e le sue sorgenti” che ora conta più di trecento iscritti.
Cominciamo da qui le contrattazioni, dure, a volte scoraggianti, ma che portano l’Amministrazione Comunale a tornare sui propri passi, scegliendo una pavimentazione non impattante con il paesaggio. Nel frattempo, facciamo richiesta di finanziamenti europei per i centri storici, e otteniamo un fondo residuo GAL per il consolidamento dell’invaso della Peschiera, lo scorcio più bello di Rasiglia, dissestato dal terremoto. Fondo interamente gestito dal Comune di Foligno che portato al completamento del Pir.
Decidiamo che il nostro paese debba avere una possibilità in più e ci mettiamo tutti, indistintamente, all’opera. Organizziamo nel 2007 il presepe vivente e con i pochissimi proventi, ai quali si aggiungono quelli di enti o aziende private, inizia una lunga ed instancabile opera di recupero: fontanelle, muri dissestati, lavatoio, canali,vengono allestite sedute, aiuole, fioriere, ringhiere.
Arriva così ” Penelope a Rasiglia”, manifestazione incentrata sulla tessitura ed il ciclo della lana, che risponde ad antichissimi protocolli recuperati nei vari archivi; essa non porta al paese alcuna entrata economica, ma grande visibilità e riconoscimenti da parte della Sovrintendenza dei beni culturali dell’Umbria, e tanti visitatori esperti.
Contemporaneamente procediamo con la valorizzazione paesaggistica: lo spazio che conduce alla sorgente Capovena, invaso completamente da rovi e spini, viene riportato alla luce e reso fruibile ai visitatori. Lì, decidiamo di costruire la nuova capanna del “Presepe Vivente”, manifestazione che cresce portando migliaia di visitatori.
Organizziamo visite guidate, tutto l’anno, per scolaresche e turisti, come previsto dalla pratica di “antenna di Ecomuseo” per la quale il Comune – attacca Tonti – non ha voluto darci riconoscimento, preferendo un’altra frazione che non è attiva in questo senso, e tiene gli strumenti informatici di dotazione, quale antenna, in una stanza ad impolverarsi, perché inutilizzati.
I flussi di persone e mezzi determinano la necessità di parcheggi e di bagni pubblici, chiediamo aiuto al sindaco, agli assessori, alla Vus, nel frattempo paghiamo bagni chimici provvisori e siamo costretti ad ospitare nelle nostre case i visitatori per farli usufruire della toilette.
Lo scorso anno riaprono due bar. Gli edifici pericolanti vengono nel tempo acquistati da privati cittadini e restaurati – il paese dal 2011 è sotto la tutela del Ministero dei Beni Culturali che si è attivato grazie a precise richieste fatte dall’Associazione. Privati cittadini acquistano opifici, alcuni già restaurati o in procinto di essere rifunzionalizzati.
A seguito di tutto questo, da parte dell’Amministrazione, giungono continui apprezzamenti , grandi plausi ma – fa notare Tonti – di concreto nulla, fino allo scorso pomeriggio nel quale, in una partecipata riunione congiunta, si è preso atto delle nostre necessità e ci sono state sottoposte delle proposte da parte del Sindaco, ora aspettiamo i fatti”.