Prima il taglio, poi la beffa. I vitalizi, ossia gli assegni per gli ex titolari di cariche pubbliche, sono un po’ come il nero: sta bene con tutto. E anche degli assegni, si torna periodicamente a parlare. Con molte proposte e altrettanti rinvii. E’ successo anche un paio di giorni nella prima commissione consigliare di Palazzo Cesaroni. A sollevare il tema è stato il consigliere del Movimento 5 Stelle, Maria Grazia Carbonari, illustrando la proposta pentastellata che punta alla riduzione della spesa regionale per i vitalizi, “verrebbe incrementata l’età per ottenere l’assegno – riposta una nota diffusa poi dal consiglio regionale – e sarebbero pubblicati sul sito istituzionale i nominativi di chi lo percepisce e i fondi recuperati con la riduzione temporanea e progressiva degli importi servirebbero a recuperare fondi per alcune aree di intervento, ancora da definire”.
La proposta bipartisan
Alla riflessione di Carbonari si è accodato il vicepresidente dell’assemblea legislativa, Valerio Mancini (Lega Nord) che ha rilanciato la proposta di riduzione dei vitalizi elaborata proprio dall’ufficio di presidenza dell’ente, consegnata all’esame della prima commissione consigliare il 31 gennaio 2018 e firmata da Donatella Porzi e Marco Vinicio Guasticchi (Partito democratico) oltre che dallo stesso Mancini.
La proposta di legge bipartisan ha “finalità di contenimento della spesa pubblica” e viene redatta secondo criteri di “temporaneità – si legge nella relazione che accompagna l’atto – proporzionalità e ragionevolezza”. Il provvedimento si pone l’obiettivo di tagliare gli assegni “del 5% per importi fino a 1.500 euro; dell’8% per la parte oltre 1.500 euro e fino a 3.500 euro; del 10% per la parte oltre 3.500 euro e fino a 6.000,00 euro e del 12% per la parte oltre 6.000,00 euro”. La proposta prevede inoltre che “i titolari di tali assegni vitalizi e di reversibilità che hanno un reddito lordo complessivo annuo inferiore o paria 18.000 euro possono chiedere l’esenzione della riduzione”.
Riduzione che sarebbe dunque a tempo. Guasticchi, Mancini e Porzi propongono infatti che il taglio non vada oltre i 36 mesi. Garantendo così un risparmio di circa 200.000 euro l’anno. All’incirca pari allo 0,0095% del bilancio regionale. Insomma, quasi briciole. Che però sarebbero “destinate prioritariamente al finanziamento delle politiche a favore delle fasce di popolazione a maggior rischio di esclusione sociale”.
La situazione
Nel 2017 i vitalizi erogati sono stati 104 (senza divieto di cumulo con altre indennità riconosciute per altri incarichi istituzionali) con importi mensili (lordi) compresi tra 627 e 7.576 euro. Secondo le stime di bilancio dell’assemblea legislativa, la previsione di spesa per il 2018 ammonta a 4.135.200 euro, ma il fondo è destinato a crescere nei prossimi due anni. Nel 2019 da Palazzo Cesaroni usciranno infatti 4.215.805 euro, che nel 2020 saliranno 4.302.000 euro.