La Perugina Nestlé si ritrova oggi a Roma per il tavolo previsto al Mise. La discussione sul destino dei lavoratori dello stabilimento di San Sisto scuote animi e istituzioni, preoccupa a pochi giorni dalle elezioni del 4 marzo e pesa sugli annunciati 364 esuberi. L’incontro era stato convocato per le 10 del mattino di oggi, ma è iniziato con circa un’ora di ritardo, intorno alle 11.
Presenti nella sala del Ministero allo Sviluppo Economico, con il vice ministro Teresa Bellanova, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, insieme a Michele Fioroni, assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Perugia; i rappresentanti dell’azienda con il direttore relazioni industriali, Gianluigi Toia, in prima linea, e naturalmente i rappresentanti dei sindacati.
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Con un tweet la presidente Marini, poco prima dell’inizio del tavolo, ha annunciato il suo impegno: “a Roma al Ministero dello Sviluppo economico per la riunione sulla vertenza Perugina-Nestlé. Irrinunciabile il ruolo ed il futuro industriale della fabbrica di San Sisto e la tutela dell’occupazione“.
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I 364
Grande nodo della discussione, la richiesta di attivazione, da parte della multinazionale, della cassa integrazione “speciale” prevista per gestire le crisi delle grandi aziende. Gli ammortizzatori scadranno infatti il 30 giugno, ma tutto si complica al momento, soprattutto per via delle elezioni che si terranno tra due settimane. Gli attori al tavolo potrebbero infatti non essere più gli stessi e quindi sembra esserci tutta la volontà di chiudere la partita il prima possibile.
Dopo il primo dato di 364 esuberi previsti a seguito della considerazione fatta dall’azienda che lo stabilimento di San Sisto non può assorbire più di 616 persone tra full-time e part-time, nelle ultime settimane si sono susseguite voci e possibili soluzioni al problema, con richieste di uscita anticipata, promesse di ricollocamento, part time “spinto” e lo scenario della possibile della cassa integrazione.
Dopo l’incontro di oggi, si procederà con la gestione degli esuberi, partendo proprio da un numero: i 150 lavoratori che resteranno in azienda con contratti part-time. Si dovrebbe poi andare avanti anche con gli altri 80 dipendenti, da allocare nelle industrie del territorio. Resta inoltre al centro la questione della cassa integrazione, di cui l’azienda dovrebbe discutere con il Ministero del Lavoro il prossimo 22 febbraio.
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Ora trattativa territoriale
“Quello di oggi è stato un passaggio importante del confronto tra azienda ed organizzazioni sindacali che ora deve proseguire in sede territoriale”. E’ quanto ha affermato la presidente della Regione Umbria al termine dell’incontro. Secondo la Regione Umbria “è stato importante anche aver formalizzato tutti gli aspetti della trattativa in un verbale di incontro che, tra l’altro, ribadisce la condivisione di tutte le parti delle prospettive industriali e degli investimenti per lo stabilimento di San Sisto, ed allo stesso tempo si afferma che occorre garantire al massimo l’occupazione, il lavoro ed anche la protezione sociale dei lavoratori. Una protezione sociale che sarà possibile anche grazie ai recenti provvedimenti approvati dal Governo, relativi proprio alla “cassa integrazione straordinaria” per ristrutturazioni in grandi aziende, e la gestione della pensione anticipata”.
“Per le istituzioni il tavolo nazionale al Mise – continua Marini – è e resta il luogo unitario dove azienda, organizzazioni sindacali, governo e istituzioni locali possono definire una positiva soluzione della vertenza, che dia maggiori garanzie ai lavoratori e riconfermi le prospettive industriale dello stabilimento di San Sisto. Per quanto riguarda la Regione Umbria saranno messi a disposizione tutti gli strumenti disponibili nell’ambito delle politiche attive del lavoro, a supporto del piano e degli accordi che saranno sottoscritti”.
Dai sindacati
Immagine da profilo Twitter Catiuscia Marini
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