In occasione della giornata della memoria 2018 la Sala Pegasus ha organizzato una rassegna cinematografica divisa in cinque giornate e composta dalla proiezione di quattro pellicole.
Il programma culminerà con la presentazione del film-documentario “Pagine Nascoste” di Sabrina Varani, presentato fuori concorso al 35° Torino Film Festival e distribuito da Istituto Luce Cinecittà.
La proiezione avverrà Lunedì 5 Febbraio alle ore 21.30 e per l’occasione sarà presente in sala anche la regista del film per il consueto incontro post-visione condotto da Roberto Lazzerini.
La Sala Pegasus fa parte del ristretto gruppo dei diciotto cinema in Italia che ospiteranno la regista del film in occasione della proiezione.
Dalla memoria personale a quella collettiva
La sceneggiatrice e scrittrice Francesca Melandri è immersa nelle ricerche per la stesura del suo nuovo romanzo “Sangue Giusto”, ambientato tra Italia ed Etiopia negli anni del ventennio fascista.
Durante i preparativi Francesca si imbatte in alcuni articoli scritti dal padre Franco, nel quale l’uomo teorizza la superiorità della razza bianca rispetto a quella africana.
La scrittrice era al corrente che il padre fosse stato un militante del partito, ma non era mai venuta a sapere di quegli scritti.
Da qui parte un’indagine sul territorio etiope, della durata di cinque anni, per cercare il segno della passata occupazione italiana del 1936, sull’ondata di eccitazione creata da Mussolini, il quale voleva trasformare l’Italia in un impero coloniale.
Ma soprattutto su quale siano le ragioni per cui, nonostante la violenza e il terrore di quel periodo, esso sia ricordato ancora con onore, rispetto e nostalgia da alcune realtà neofasciste nazionali. Queste nuove correnti estremiste stanno prendendo forma sotto mentite spoglie e il rischio è quello di non riconoscerle prima che sia troppo tardi.
La scrittrice percorre un percorso interiore alla ricerca di una soluzione per un rapporto padre-figlia mai del tutto risolto, ma riesce a rimanere in disparte rispetto a quello che mostra al pubblico, senza intaccarlo e senza alterarne la possibile interpretazione.
Dalla ricerca di se stessa la Melandri riesce a riesumare un pensiero capace di animare un’intera nazione, un pensiero che fa paura e da quale si cerca costantemente e inutilmente di fuggire, invece che riaffrontarlo con occhi nuovi, consapevoli ed informati.
L’altra faccia della medaglia
Tutti conosciamo il tragico esito del tentativo di espansione coloniale italiano oltre il Mediterraneo, ma il documentario riesce ad andare oltre la storia così come la si conosce.
La narrazione si concentra su dei passaggi che tutti vorrebbero cancellare o ignorare, come le sevizie, dei massacri e delle violenze perpetrate dai soldati italiani ai danni della popolazione locale; o ancora viene riportato alla mente l’episodio dell’attentato al Vicerè Rodolfo Graziani ad Addis Abeba. A questo evento seguirono selvaggi rastrellamenti. I morti furono innumerevoli e gli italiani giravano per le strade armati di manganello, pronti a uccidere e a infliggere torture.
La narrazione di questi eventi oscuri è toccante e cruda, grazie a reperti storici ed interviste a chi è stato toccato in qualsiasi modo da quei maledetti avvenimenti.
Anche qui si percepisce la necessità di riconciliazione con un passato che ci appare lontano, ma che invece si riverbera ancora in molti modi nelle storie familiari, quando, con esiti potenzialmente disastrosi, si insinua nell’indifferenza o peggio nell’ignoranza generale.
La necessità di affrontare il passato per capire il presente
Il docu-film si mostra come un’opera notevole per il tema sollevato e per l’uso anticonvenzionale degli archivi, AAMOD (Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) e Istituto Luce, e dei Super8 di famiglia, riemersi durante la lavorazione.
Si citano gli studi dello storico Angelo del Boca, le figure dell’esploratore Lidio Cipriani, firmatario del manifesto su “La difesa della razza” (1938) e del generale Rodolfo Graziani, responsabile degli eccidi eppure celebrato nel 2012 con un monumento ad Affile, nel film della regista Igiaba Scego, di origini somale.
Passando per una ricognizione in un orrorifico museo di antropologia, tra teschi, maschere e strumenti di misurazione al servizio di teorie razziste, si arriva ad un comizio da brividi di Forza Nuova nella capitale; il tutto alternando immagini forti e a tratti insostenibili, ma senza mai voler insegnare qualcosa allo spettatore.
Dietro la narrazione c’è solo l’intenzione della consapevolezza, necessaria per capire quello che è successo in un epoca ancora troppo recente per essere scordata e per riuscire ad affrontare la realtà presente nel modo migliore possibile.
di Jacopo Fioretti
Pagine Nascoste di Sabrina Varani
Presentato fuori concorso al 35° Torino Film Festival
Cast: Francesca Melandri
Durata: 67 minuti