Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Spoleto Federica Fortunati ha rinviato a giudizio Angelo Cerquiglini, Antonella Quondam Girolamo, Francesco Duranti, Brunella Brunelli e Amedeo Santini per la nota vicenda del buco di bilancio del Comune di Spoleto. Disposto invece il “non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato” nei confronti di Vincenzo Russo.
Il processo a carico dei 5 imputati, che dovranno rispondere del reato di falsità di pubblico ufficiale in atto pubblico, l’articolo 479 del codice penale, con anche aggravanti, si aprirà il 7 marzo 2018 davanti al giudice Delia Anibaldi. Parte civile nel processo è il Comune di Spoleto, attraverso l’avvocato Lorenzo Tizi.
Buco Bilancio Spoleto, indagati e accuse
I 5 imputati (i due dirigenti Angelo Cerquiglini e Antonella Quondam Girolamo, il primo attualmente comandato presso la Regione Umbria, la seconda in pensione, ed i funzionari comunali Francesco Duranti, in pensione, Brunella Brunelli ed Amedeo Santini) sono accusati, a vario titolo, di aver redatto e firmato documentazioni contabili false in materia di recupero dell’Ici e della Tarsu (la tassa sui rifiuti), di modo che in bilancio potessero essere inseriti dei crediti in realtà inesistenti o che comunque non avevano un titolo giuridico su cui essere fondati. Così facendo, in particolare l’ex direttore generale e dirigente finanziario Angelo Cerquiglini, insieme a Brunelli e Santini, avrebbero indotto il consiglio comunale di Spoleto “a recepire i dati falsi relativi ai crediti” nei bilanci consuntivi del 2011 e del 2012 per quanto riguarda l’imposta sugli immobili e la Tarsu.
Cerquiglini (attualmente in servizio presso la Regione Umbria), in particolare, è accusato anche di aver indotto i consiglieri comunali “a recepire dati falsi relativi agli stanziamenti imposti dalla legge per la costituzione del fondo svalutazione crediti pari ad almeno il 25% dei residui attivi”. Inoltre l’ex dg, insieme alla funzionaria Brunelli, secondo le accuse, avrebbero indotto i “dirigenti del Comune di Spoleto a sottoscrivere dichiarazioni di regolarità dei residui attivi e passivi del 2012, poi consegnate ai revisori contabili, attestanti falsamente l’avvenuta verifica dei residui attivi, fatto del quale erano destinate a provare la verità […] riportanti dati non veritieri, sia nella data che nei contenuti”.
Prosciolto invece da ogni accusa il dirigente comunale Vincenzo Russo, presente in aula anche questa mattina (dopo che nell’udienza precedente aveva rilasciato spontanee dichiarazioni per evidenziare la sua estraneità ai fatti), a cui veniva contestato di aver nascosto alcuni documenti relativi ai contributi per il terremoto del 1997. Nello specifico il dirigente comunale, mentre erano in corso le indagini della Procura, nell’estate del 2013 aveva firmato una nota – a motivare la mancata consegna di alcuni documenti agli inquirenti, relativi appunto ai fondi del terremoto del 1997 – in cui evidenziava che quei documenti non era riusciti a ritrovarli. Secondo l’accusa avrebbe nascosto volontariamente degli atti, mentre la difesa di Russo, l’avvocato Paolo Feliziani, ha dimostrato che non c’è prova alcuna che il documento chiesto dalla Procura all’epoca esista realmente. Ed il giudice ha evidenziato anche che non avrebbe avuto alcun motivo di nascondere quanto gli veniva chiesto dagli inquirenti. Il dirigente comunale (che si era occupato tra l’altro del riaccertamento dei residui attivi e passivi, “ripulendo” il bilancio comunale), quindi, è stato riconosciuto dal gup estraneo ad ogni addebito.
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