Sessanta giorni per demolire il doppio palazzo della Posterna, il “mostro delle mura” come in molti lo avevano ribattezzato. La Procura della Repubblica presso la Corte di appello di Firenze ha inviato in questi giorni l’ordinanza di demolizione ad alcune delle sei persone condannate in via definitiva per reati urbanistici per aver concorso a realizzare l’enorme immobile di via Interna delle Mura.
Doppio palazzo della Posterna, tutti gli articoli
L’atto della magistratura toscana era atteso da tempo, dopo la sentenza della Cassazione di quasi 2 anni fa che aveva confermato le condanne (4 mesi ma con pena sospesa per i 6 imputati) e stabilito la demolizione dell’intero complesso edilizio. Ora, quindi, l’atto ufficiale, che stabilisce anche che le spese per la demolizione dovranno essere pagate dalle 6 persone condannate: i costruttori Rodolfo Valentini e Francesco Demegni, i tecnici Giuliano Macchia ed Alberto Zanmatti ed i due ex dipendenti comunali Giuliano Maria Mastroforti e Paolo Gentili.
Ipotesi opposizione all’ordinanza
La Procura fiorentina ha scritto in contemporanea anche al Comune di Spoleto, informando dell’ordinanza emessa e chiedendo se esistano atti dell’ente in merito ad una ipotetica sanatoria o all’ipotesi di acquisizione a patrimonio pubblico da parte dell’ente. Sì perché le possibilità per evitare la demolizione sarebbero proprio queste. Che però al momento non ci sono, almeno non concretamente. I privati coinvolti, in realtà, potrebbero anche tentare un’altra strada, una sorta di opposizione all’ordinanza di demolizione dei palazzi della Posterna. Tecnicamente, potrebbero proporre un incidente di esecuzione davanti alla Corte di appello di Firenze ed eccepire quello che vorranno per cercare di ottenere dai giudici una revoca dell’ordinanza. Ovviamente il tempo stringe e la questione, comunque, è complicata e delicata, con un rischio anche di ripercussioni onerose per le casse del Comune di Spoleto.
Acquirenti in bilico
Va infatti ricordato che nel complesso della Posterna (un palazzo di 4 piani ed uno di 5, collegati tra loro da una galleria) sono presenti 32 appartamenti, in gran parte abitati. E molti acquirenti di fatto sono “vittime” di tutta questa situazione: rischiano di aver sborsato decine di migliaia di euro per compare l’immobile ed ora ritrovarsi senza. Certo, sin dalla sua realizzazione il “mostro delle mura” è stato contestato ed al centro di un’inchiesta con relativo sequestro. A cui era seguita la condanna in primo grado, nel 2010, di alcuni degli imputati e la decisione sulla demolizione di parte del complesso. Ma poi c’era stata la prima sentenza in appello, a Perugia, che aveva ribaltato quella del tribunale di Spoleto ed aveva portato al dissequestro, in seguito al quale l’immobile era stato completato. Quindi gli acquirenti si sentivano tranquilli. Non pensavano che poi la Cassazione annullasse la decisione della Corte di appello perugina, rinviando gli atti a quella di Firenze che invece nel 2014 aveva confermato e ‘peggiorato’ quella di primo grado, decidendo quindi sulla illegittimità della volumetria realizzata e sulla demolizione dell’intero complesso. Se l’edificio della Posterna sarà demolito, sicuramente fioccheranno le richieste di risarcimento, ai privati costruttori ma anche al Comune di Spoleto, che aveva rilasciato tutti i permessi per costruirlo e che lo aveva anzi inserito nel piano attuativo che ha permesso la costruzione del parcheggio multipiano della mobilità alternativa.
La richiesta di maxi risarcimento
Una richiesta di risarcimento all’amministrazione comunale è già pervenuta mesi fa: quella del costruttore Rodolfo Valentini, titolare della società Madonna delle Grazie, che vuole dal Comune il pagamento di 27,8 milioni di euro di danni. Un maxirisarcimento chiesto però anche al titolare della Findem Demegni, proprietario dei terreni dove è stato costruito il “mostro delle mura”, alla Regione Umbria ed alla Provincia di Perugia. “Sulla scorta di tali titoli autorizzativi – aveva evidenziato Valentini dopo aver ripercorso tutto l’iter autorizzativo iniziato nel 1999 – la Madonna delle Grazie ha realizzato, in perfetta conformità ai titoli stessi e alle previsioni urbanistiche, l’edificio denominato ‘Palazzo della Posterna’ dal toponimo dell’area in questione”. Ma lo stesso costruttore è stato condannato in via definitiva per l’abuso edilizio perché “non poteva non sapere di star agendo fuori dalle regole”.
Ricorso al Tar per la sanatoria
In realtà negli ultimi mesi sono successe anche altre cose. Alcuni dei proprietari, infatti, hanno presentato una richiesta di sanatoria al Comune di Spoleto. Una pratica che sarebbe resa possibile dalla normativa per regolarizzare l’abuso edilizio, dietro un corrispettivo economico significativo. L’istanza presentata, però, secondo quanto trapela dagli uffici comunali, “non aveva una regolarità formale”. Per questo è stata respinta. Contro tale decisione, i proponenti hanno quindi dato vita ad un ricorso al Tar, che è stato discusso di recente e trattenuto in decisione. Chiedendo anche un altro risarcimento milionario al Comune. La speranza è che la sentenza della magistratura amministrativa regionale dell’Umbria possa arrivare in tempi brevi e chiarire alcuni aspetti dell’intricata questione.
(Sara Fratepietro e Carlo Vantaggioli)