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Bacio gay a processo | Sei imputati a Perugia

Alessia Chiriatti

Bacio gay a processo | Sei imputati a Perugia

Attivisti di "Non una di meno" manifestano di fronte a Tribunale di Perugia | Il processo dopo le manifestazioni contro le "Sentinelle in piedi"
Mar, 14/11/2017 - 07:50

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Sono trascorsi 3 anni da quel 29 marzo 2014. Dal lungo bacio omosessuale che due ragazzi, attivisti della comunità LGBTI perugina, si scambiarono di fronte alle “Sentinelle in piedi” nella centralissima piazza della Repubblica, a Perugia, riunitesi per opporsi al disegno di legge Scalfarotto contro la transfobia e omofobia
Quel 29 marzo, di fronte alle Sentinelle schierate in maniera ordinata a circa un metro l’uno dagli altri, che per un’ora stazionarono in perfetto silenzio leggendo un libro a piacere, alcuni ragazzi e ragazze espressero il loro dissenso. In vario modo e in maniera spontanea. C’è stato chi ha sfoggiato un grande ombrello colorato. Chi, appunto, ha deciso di scambiarsi un lungo bacio: “e non si capisce perché non avrebbero dovuto – si legge in una nota di Omphalos di quel periodo – visto che pochi mesi dopo sarebbero andati all’estero per diventare l’uno il marito dell’altro“.
Ieri, 13 novembre 2017, in Tribunale a Perugia, si è celebrata la prima udienza dibattimentale per sei degli attivisti presenti quel giorno in piazza della Repubblica e denunciati dalla Digos del capoluogo umbro.

Perugia, denunce per “bacio in piazza” / Guerra sui matrimoni gay


Le denunce ai sei arrivarono ad ottobre 2014, tutte a vario titolo per disturbo delle occupazioni (Art. 659 del codice penale che punisce chi viola la quiete pubblica). “Facciamo notare – scrivevano dopo i fatti i manifestanti – che nessun tafferuglio ha avuto luogo quel giorno e che nessuno dei nostri iscritti ha tentato di non declinare le proprie generalità agli agenti della Digos che le richiedevano”. Questa mattina in Tribunale, è stato deciso per il rinvio del processo al 5 febbraio prossimo, per via di un vizio di forma procedurale nella notifica delle denunce.

La denuncia e il processo

L’accusa mossa a chi si trovava spontaneamente in piazza il 29 Marzo del 2014 è dunque quella di aver disturbato la quiete pubblica. In base a quanto riportato sul verbale della Digos di Perugia e diffuso in un comunicato del movimento “Non una di meno Perugia”, i manifestanti avevano con loro “un tamburello di grosse dimensioni, cantando e danzando, con boa di struzzo, cappellini e ombrellini multicolore”. E ancora: uno dei manifestanti “si avvicina ad un altro individuo di sesso maschile e si esibiva in un prolungato concupiscente bacio sulla bocca con lo stesso, nel bel mezzo di Corso Vannucci ed in presenza di numerose famiglie con bambini e ragazzi, molti dei quali minorenni, che in quel momento affollavano il centro cittadino lasciando i passanti disgustati”.

Questa denuncia – scrivono dal movimento “Non una di meno” – è l’ennesima conferma che lo spazio pubblico non è né neutro, né accessibile a tutti e tutte. In una città che vede sempre più i suoi spazi pubblici svenduti ai privati e che non riconosce l’esistenza di un bimbo perché ha due madri, coloro che possono accedere a questi spazi devono rispettare delle regole che sono le stesse che conformano il genere: la donna sì, ma accompagnata dai figli frutto di una relazione etero; la frocia Nì, va bene solo se non ostenta, le/i trans assolutamente no; invece il maschio bianco eterosessuale ovviamente fa un po’ come gli pare… Evidentemente fa paura questa esplosione di soggettività che si riprende lo spazio pubblico, mettendo in discussione l’intero ordine prestabilito”.

Il presidio di fronte al Tribunale

Per il movimento “Non una di meno”, nel 2014 le “Sentinelle in piedi” manifestavano un “immobile oltranzismo cattolico omofobico e sessista”, al quale gli attivisti LGBTI hanno risposto con “ironia e gioia, trasmessa dalla presenza, in quella stessa piazza così

come in tante altre in Italia, di un fiume di gente festante”. E’ anche per questo che ieri mattina una ventina di loro hanno deciso di schierarsi di fronte al Tribunale di Perugia, dove era in corso la prima udienza dibattimentale del processo a carico degli attivisti. “Ritengo assurdo – ha detto Stefano Bucaioni di Omphalos Perugia – che il processo sia ancora in piedi e che le denunce non vengano archiviate”.

Attivisti in riunione – Oggi pomeriggio, alle 18, in via della Viola 1, gli attivisti del movimento “Non una di meno” fanno sapere che si riuniranno nella loro sede come ogni settimana. All’ordine del giorno anche quanto accaduto oggi in Tribunale.
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