Nell’ambito della seduta dell’Aula consiliare, sessione dedicata al question time, i consiglieri del gruppo Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari hanno chiesto alla Giunta regionale (assessore Antonio Bartolini) quanti siano “gli edifici pubblici di rango nazionale, regionale e comunale, nonché ecclesiastici, classificati in Umbria dalla scheda Aedes nella tipologia ‘E’ (totalmente inagibile), eppure già sottoposti a riqualificazione in ossequio alla normativa post sisma 1997-1998”. I due esponenti pentastellati hanno anche chiesto di sapere “il numero degli edifici privati in classe ‘E’, oggetto degli interventi post sisma 1997-1998”.
Nell’illustrazione dell’atto ispettivo è stato ricordato che “con la crisi sismica apertasi il 24 agosto 2016, una parte d’Italia ha perso pezzi non marginali del proprio patrimonio pubblico, così come parti significative di quello storico-culturale. Sorprende tuttavia – è stato sottolineato – la totale rovina dì alcune opere ricostruite/adeguate/migliorate sismicamente a seguito degli eventi del 1997-1998 (terremoto Umbria-Marche), vicende meritevoli di opportuni approfondimenti sia relativamente all’efficacia della normativa di allora che al suo effettivo rispetto in fase di esecuzione lavori”.
“Pur non essendosi registrate vittime – ha rimarcato Liberati -, visto pure che tanti sfollarono a seguito del sisma precedente del 26 ottobre, tra gli immobili crollati o irrimediabilmente danneggiati ci sono numerosi edifici ecclesiastici, ma anche di proprietà pubblica. Parimenti non sarebbe ancora partito un monitoraggio dello status edilizio e un confronto dei relativi dati concernenti gli edifici privati riqualificati post sisma 1997-1998, soprattutto in vista del massimo perfezionamento del modello ricostruttivo. Si registra un ampio immobilismo, mentre il partito degli affari è già al lavoro sul campo e non da oggi. Noi vogliamo capire quanti edifici già ricostruiti dopo il sisma del ’97 siano stati nuovamente danneggiati e quanti sono inagibili”.
L’assessore Bartolini ha risposto che “nei dati forniti dalla Protezione civile riguardo le schede Aedes non c’è la dicitura se l’immobile fosse stato o meno danneggiato da eventi sismici del passato. Sulla base dell’esperienza e delle cognizioni raccolte, gli uffici ritengono che questo genere di edifici non sia arrivato al punto di crollare. Una risposta sarà data nei prossimi mesi quando ci sarà una banca dati degli edifici danneggiati. Va evidenziato che per decreto si prevede il finanziamento di edifici già ricostruiti solo in caso di pericolo per la pubblica incolumità, ma si può affermare che ciò non riguardi immobili rifatti nel ’97”.
Nella replica conclusiva, Liberati ha detto che “dunque lo Stato porta avanti un modello ricostruttivo e nei prossimi mesi farà un rilevamento sui danni del 2016, in pratica non abbiamo dati. Ma noi abbiamo visto personalmente interi paesi danneggiati, a cominciare da Preci, fra quelli che erano già stati ricostruiti, edifici rifatti che sono collassati, sembrano esplosi, basta andare a vederli. Intanto la gente abbandona questi paesi e neppure esiste un progetto per le aree montane, che si stanno spopolando. Solo propaganda e chiacchiere”.