È necessario applicare quanto previsto dallo statuto comunale di Umbertide e indire un referendum per consultare i cittadini e chiedere la loro posizione sulla costruzione della moschea. Nel frattempo servirebbe una mappatura dei centri islamici già attivi sul territorio regionale e una moratoria che blocchi quelli in via di realizzazione in Umbria
Lo ha detto il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega nord) aprendo la conferenza stampa sulla “Moschea di Umbertide” svoltasi questa mattina (sabato 23 settembre) a Palazzo Cesaroni. Torna dunque più battagliero che mai l’esponente del Carroccio, dopo aver intrapreso tre giorni di sciopero della fame, in seguito all’impossibilità di discutere in Aula la mozione della Lega nord sul “Centro di culto islamico” a causa della mancanza del numero legale di consiglieri.
Mancini, affiancato dal capogruppo Emanuele Fiorini, ha inoltre sottolineato che “il terreno su cui sorgerà la moschea, nel piano regolatore, era destinato a destinazioni culturali e non ad un luogo di culto. Il sindaco dovrebbe agire in autotutela, revocando la concessione in attesa di un chiarimento sulla effettiva destinazione d’uso, un centro culturale o una moschea. Si tratta di una battaglia di valore, culturale e di principi“.
“Non è vero che la costruzione delle moschee rende più facile il controllo di coloro che frequentano questo tipo di luogo di culto – hanno aggiunto i consiglieri regionali della Lega – e in ogni caso se è necessario controllare un luogo di preghiera esiste un evidente problema. Non è lo Stato italiano, né la Regione e neppure la comunità di Umbertide a doversi adeguare, sono i frequentatori del centro islamico a doverlo fare”.
Mancini ha inoltre annunciato che se il suo documento non dovesse essere discusso e votato nella prossima seduta dell’Assemblea legislativa ripartirà con altri 5 giorni di protesta e sciopero della fame. “E se la magistratura non risponde ai miei solleciti, chiarendo se si tratta di un centro culturale o di una moschea, – ha aggiunto – noleggerò un camper per presidiare via Cesare Battisti (dove si trova la sede dell’attuale centro islamico, ndr). Andrà chiarito da dove vengono i fondi per la costruzione del centro islamico. Il protocollo finanziario sui fondi per la costruzione del centro deve essere depositato alla Guardia di finanza, che potrà così svolgere le necessarie verifiche“.