Altro che pace eterna o perpetua dimora. Ora gli avvisi di sfratto arrivano persino al cimitero: la crisi degli ‘alloggi’ colpisce forte, non soltanto il mondo dei vivi, ma persino l’aldilà. Dopotutto si sa, i tempi sono quelli che sono, e a ogni modo quella è una fine inevitabile per tutti. Scordiamoci quindi dell’eterno riposo, almeno per i defunti tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 che sono ‘finiti nel mirino’ degli uffici comunali.
La morte – o sorella morte, per dirla con San Francesco – livella tutti, come recita la famosa poesia di Totò, e così dalle semplici tombe interrate alle nobilli cappelle, il cartello di avviso è stato affisso ovunque. Senza risparmiare antiche famiglie blasonate, o personaggi illustri come Antonio Rutili Gentili che curò la bonifica della bassa Valle Umbra, o Vincenzo Rutili architetto dello storico ospedale San Giovanni Battista. Nonostante statue, croci in ferro battutto, cancellate artistiche e design d’epoca, gli avvisi non hanno risparmiato nessuno. Anche se alcune avrebbero piuttosto necessità di interventi di recupero e valorizzazione per onorarne sino in fondo la memoria, come avviene in altre città più o meno grandi.
Ma la burocrazia non guarda in faccia a nessuno: l’operazione è durata sette anni, partendo da un capillare censimento delle tombe private per poi selezionare quelle in stato di presunto abbandono.
L’amministrazione comunale infatti, vorrebbe nuovamente metterle a disposizione dell’area cimiteriale di Santa Maria In Campis. Da un parte gli eredi avranno sei mesi di tempo per bloccare l’operazione, in contemporanea i tecnici comunali cercheranno di rintracciarli.
Non ci sono nuove concessioni, e gli spazi – purtroppo – sono terminati anche nell’ala di via Rubicone. Il fatto è che, dopo sette anni, quelle tombe non hanno più visto un fiore, non sono più state pulite e quindi non hanno più ricevuto visite. Il che lascia presumere che nemmeno negli anni precedenti se ne siano presi cura. Sono oltre 150 le ‘tombe dimenticate’ sia monumentali che di ‘comuni mortali’ ed in questo modo il Comune di Foligno da una parte eliminerà un problema di sicurezza, dall’altra riutilizzerà spazi. Anche se considerarli semplicemente ‘spazi’ sembra quasi irrispettoso…