Il “rischio” professionale, sociale, economico, incluso quello legato alle difficoltà di gestire il cambiamento del sistema e le relative politiche di prevenzione, il ruolo della formazione per la categoria, le sfide degli ordini professionali 2.0. Sono le tematiche che affronteranno gli ingegneri italiani che prenderanno parte ai lavori del 62° Congresso Nazionale degli Ordini degli ingegneri d’Italia, in programma dal 28 al 30 giugno al Teatro Lyrick di Assisi.
L’appuntamento dedicato al tema “Corriamo il rischio. Ingegneri per una società aperta, sicura, innovativa”, è promosso dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Perugia e vedrà arrivare nella nostra regione circa 1.000 delegati in rappresentanza di 106 ordini territoriali per un confronto aperto su una questione dalle molteplici declinazioni.
I lavori congressuali, che si terranno per la prima volta nella sua storia in Umbria, hanno un forte valore simbolico legato non solo all’oggetto di studio, ma perché saranno espressione della volontà degli ingegneri di fornire il proprio rilevante contributo nella definizione di una attenta politica di prevenzione. Comprendere l’entità del rischio, minimizzarlo, studiare e gestire strumenti di prevenzione dello stesso, governare situazioni di emergenza, sono modalità di affrontare la realtà che fanno parte del bagaglio culturale di un ingegnere. Il ruolo della categoria non può, infatti, limitarsi a quello meramente esecutivo ma deve soprattutto essere, per competenza tecnica e conoscenza dei processi, di guida e di indirizzo per le scelte politiche.
Il confronto, grazie al contributo di illustri relatori, costituisce pertanto un’importante occasione per comprendere se la categoria è pronta a correre il rischio legato al cambiamento costante, per governare le criticità e coglierne le opportunità, con attenzione alla formazione universitaria in campo ingegneristico e al supporto degli Ordini professionali nell’accompagnare i professionisti nella gestione delle continue evoluzioni della professione.
Una particolare attenzione sarà riservata alle politiche di prevenzione del rischio, tema quanto mai attuale in una regione come l’Umbria che sta affrontato la delicata e complessa fase post sismica. Cultura, normativa, formazione e sussidiarietà saranno al centro della discussione che punta a offrire spunti per interventi mirati sull’urbanistica e sull’edilizia dei territori esposti a rischi di diversa natura come i nostri.
Attraverso cinque moduli di approfondimento, in cui sarà sperimentata la formula dell’interazione tra relatore e partecipanti, al termine delle tre giornate di studio, gli ingegneri arriveranno alla presentazione e alla votazione di una mozione chiara e attuabile sul tema del rischio.