Era il lontano 29 dicembre 2010 quando il crollo di parte della diga di Montedoglio spaventò, e non poco, l’intera Valtiberina. Oggi, a oltre 6 anni di distanza da quel giorno, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di “disastro ambientale aggravato” l’ex direttore dell’Ente Irriguo umbro-toscano Diego Zurli e l’ingegnere del medesimo organismo Stefano Cola. Questa la decisione del Gip del Tribunale di Arezzo durante l’udienza preliminare di ieri (martedì 16 maggio). Entrambi gli imputati andranno a processo il prossimo 10 luglio.
Allora, intorno alle 21.30, il cedimento di 2 conci dello scarico di superficie della diga causò una notevole fuoriuscita di acqua dall’invaso, riversatasi poi nel fiume Tevere con inevitabili allagamenti avvenuti nei vari Comuni e frazioni altotiberine.
Zurli e Cola, gli unici rimasti ancora in vita tra i numerosi progettisti dell’invaso, secondo la procura, avrebbero sottovalutato il significato della crepa che, già nel 2006, si aprì in uno dei conci. Sotto accusa anche la qualità dei materiali usati nella costruzione.