Frecciarossa sì, Frecciarossa no. Ad Arezzo, a Terni o a Perugia. E fino a Milano. Prove tecniche di concertazione tra consiglieri regionali umbri a Palazzo Cesaroni per allontanare la regione dal suo ‘isolamento’. Se n’era discusso anche durante l’ultimo consiglio regionale, quando durante la seduta anche il consigliere Ricci (Rp) era tornato sul tema di un collegamento ferroviario più veloce per l’Umbria, anche a compensazione dei disagi post sisma, chiedendo se la Giunta intendesse attivare linee con convogli a media-alta velocità che potessero collegare le più importanti città dell’Umbria con Milano. Ed anche su questa richiesta l’assessore aveva riconfermato l’impegno della Regione a lavorare per la stazione Media Etruria e per verificare la fattibilità di prolungare il Frecciarossa da Arezzo a Perugia così da arretrare la corsa delle 6,11 ad Arezzo fino alla stazione di Perugia permettendo in questo modo il raggiungimento della stazione di Milano in circa tre ore e, analogamente, di estendere quella in partenza da Milano alle 19:30 fino alla stazione di Perugia. Contestualmente ha riaffermato la non praticabilità tecnica ad oggi del treno Freccia-Tacito ossia di un treno che sostituendosi al Tacito collegasse tutte le città dell’Umbria.
L?arretramento – Poi la discussione, in questi ultimi giorni, è continuata a colpi di comunicati stampa dai colori politici diversi. Tutto parte dal documento di indirizzo del PD, a firma di Leonelli, Smacchi, Casciari e Guasticchi. “Basta dividersi sui campanili“, è il senso. “L’ipotesi dell’arretramento del Frecciarossa da Arezzo a Perugia sembra essere ad oggi la più realizzabile nel breve periodo. Siamo consapevoli che non è esaustiva di tutte le esigenze di collegamento dell’Umbria, ma rappresenta comunque un punto di partenza che non preclude la possibilità di concretizzare le altre ipotesi in campo”.
Sembra essere questa dunque la soluzione per l’alta velocità in Umbria, prosecuzione del Piano regionale dei Trasporti approvato nel dicembre 2015. “Nella mozione – dice Leonelli – viene ricordato che nello scorso mese di aprile, durante una seduta di question time, è stata presentata una interrogazione a firma Leonelli-Smacchi avente ad oggetto la richiesta di ‘verifica da parte dell’assessorato regionale ai Trasporti dello stato di avanzamento del progetto della Stazione ad alta velocità Media Etruria con particolare riguardo alle effettive intenzione del Governo nazionale e della confinante Regione Toscana’, alla quale l’assessore Giuseppe Chianella ha risposto sottolineando l’importanza di intercettare l’alta velocità ‘nel punto più accessibile’, ossia a ridosso del confine tra Toscana ed Umbria e ha affermato che contemporaneamente, ma non in alternativa, si stava valutando l’ipotesi di prolungare da Arezzo in Umbria il Freccia Rossa in transito ad Arezzo”.
La polemica – Non è mancata la risposta dal centro destra di Palazzo Cesaroni, con la voce del consigliere regionale Marco Squarta (Fratelli d’Italia). “L’ipotesi di un arretramento del Frecciarossa da Arezzo a Perugia un segnale positivo, sebbene non risolutivo, che ha il merito di sgomberare il campo dalla annunciata costruzione della stazione alta velocità Media Etruria in Toscana”. Il capogruppo FdI a Palazzo Cesaroni evidenzia che “finalmente il Partito democratico, o almeno una parte di esso, ha compreso che quanto previsto nel piano regionale dei trasporti, ossia la realizzazione di una stazione dell’alta velocità ferroviaria in Toscana, non rappresenta una soluzione per le esigenze di mobilità su ferro della nostra regione. Il Pd quindi sembra aver abbandonato il sogno di uno scalo Media Etruria che avrebbe fatto soltanto il gioco della Toscana, inseguendo il quale ci ha fatto perdere almeno due anni, per iniziare a sostenere quello che noi proponiamo da molto tempo”. Marco Squarta rileva infine che “la proposta di Leonelli, Smacchi, Casciari e Guasticchi è un primo passo verso una vera soluzione del problema, quella che ho più volte avanzato: sostituire il convoglio Tacito che ora effettua il collegamento Terni-Milano con un treno Frecciarossa, che potrebbe procedere sugli stessi binari fino ad Arezzo (seppure a velocità ridotta) per poi immettersi sui binari ad alta velocità e raggiungere Milano in poche ore. La ripresa dell’Umbria passa anche dai binari dei treni veloci”.
Ma Leonelli non si lasciato sfuggire il commento che Squarta ha fatto, rispondendo che “l’arretramento del Frecciarossa non è alternativo ad altre ipotesi, ma alla luce del dibattito di queste settimane appare il più fattibile in tempi adeguati”. Leonelli ricorda di aver “più volte spiegato di voler valutare tutte le ipotesi che possano garantire un collegamento ferroviario veloce alle città dell’Umbria, dalla stazione Media Etruria alla sostituzione del convoglio Tacito con un treno Frecciarossa. Siamo pronti a confrontarci in maniera costruttiva con il centrodestra, le liste civiche e il Movimento 5 Stelle. L’unica cosa che non possiamo fare è continuare a dividerci, per poi non concretizzare mai nulla. Intanto – conclude – partiamo con l’ipotesi che appare più fattibile nella speranza che questo sia solo il primo passo per collegare l’Umbria all’alta velocità ferroviaria”.
Frecciarossa a Terni – Di altro avviso resta il consigliere regionale Claudio Ricci (Rp), il quale ritiene che il treno Frecciarossa debba “attivarsi da Terni, arrivare a Spoleto (area del cratere della Valentina), toccare Foligno, Assisi, Perugia, Terontola (lago Trasimeno). Per poi entrare sui binari dell’alta velocità ad Arezzo proseguendo fino a Milano”. Commentando la proposta di un arretramento del Frecciarossa da Arezzo a Perugia, Ricci fa riferimento a “briciole e contentini, legati alla evidente non volontà di fare, andando a ledere gran parte dell’Umbria, a partire dalla città di Terni. Una soluzione che rende chiara la manifesta inefficienza della Giunta regionale con la inevitabile, da parte mia, richiesta di dimissioni di chi sta gestendo, in modo improprio, questa vicenda sul piano tecnico e politico”. Per Ricci “anziché spendere 28 milioni di euro all’anno per le società partecipate della Regione (che producono, secondo la Corte dei Conti, ‘sprechi e inefficienze’) si potrebbero destinare almeno 3 milioni di euro per il Frecciarossa in Umbria anche attraendo fondi strutturali dell’Unione europea o chiedendoli al Governo come misure compensative per i danni indiretti provocati all’immagine, turistico economica, dal sisma 2016. L’incapacità della Giunta di attivare questo servizio in tempi rapidi – conclude – sarebbe l’ultimo fallimento di un governo regionale che ormai è arrivato al capolinea (e in un binario morto). Nel 2020 (massimo) il cambiamento avverrà in modo inevitabile”.
Meno accomodante il M5S: “Sull’arretramento del Frecciarossa da Arezzo a Perugia, il M5S si è già espresso univocamente, manifestando l’esigenza di coprire l’intera regione e dunque Assisi (con i suoi milioni di presenze turistiche), Foligno (hub ferroviario storico), Spoleto (città patrimonio Unesco) e Terni (per vocazione dirigenziale industriale): non esistono territori figli di un Dio Minore”. Lo dichiara il consigliere regionale Andrea Liberati ( M5S) evidenziando che “la mozione annunciata ieri dal PD rappresenta pertanto una gaffe pericolosamente divisiva, allontanando ancor di più le diverse comunità umbre. Per questo motivo presenteremo una proposta correttiva, così da esprimere un indirizzo trasportistico diverso, incoraggiando l’unità territoriale nel comfort, in sicurezza e velocità”.
Liberati sottolinea che “sui treni Frecciarossa diretti per Milano prosegue una sorta di copiaticcio tra consiglieri regionali, tra assessori vecchi e nuovi, tra assessori e consiglieri, talvolta con esiti interessanti, più spesso finendo nel solito pastrocchio umbro, tra piccole e grandi mostruosità, specie da parte di chi sembra aver studiato poco o nulla il problema. E’ certo il caso del Pd. Le Giunte Marini/Lorenzetti hanno sfornato per anni comunicati fotocopia, senza mai avviare una corrispondenza formale con Trenitalia sulla questione Frecce, almeno fino a 10 giorni or sono. Grazie al deputato M5S umbro Filippo Gallinella, due settimane fa siamo stati a Trenitalia, nella Capitale, con alcuni nostri consiglieri comunali, riscontrando come la Giunta Marini non avesse mai inviato loro una mezza missiva sul tema. Inoltre – aggiunge Liberati – il PD umbro, per anni, ha perorato unicamente la causa della stazione MedioEtruria in Toscana, frutto di qualche scienziato improvvisato e interessato. Eppure, per rafforzare tale assurdo progetto, accampavano e ripetevano fino allo sfinimento la presunta impossibilità tecnica del passaggio dei Freccia in Umbria. Una vera fake news”.
Andrea Liberati aggiunge che “la mozione presentata dai 4 consiglieri del Partito democratico “tiene ancora il punto sulla MedioEtruria ma vuole improvvisamente pure quel Frecciarossa che fino a ieri considerava impossibile, limitandosi però a un timido arretramento su Perugia di quello stazionante ad Arezzo, quasi a non voler disturbare Trenitalia e la potente Toscana, alcuni sostenendo ancora l’inverosimile argomento che il resto della rete umbra non consentirebbe il passaggio del Freccia; altri dando peso alle recenti parole dell’assessore regionale ai Trasporti, il quale segnala che il binario unico sarebbe un ostacolo (un’altra affermazione assurda, come dimostrano i non pochi Freccia sui binari unici in giro per l’Italia) indicando anche lui una presunta e generica ‘impraticabilità tecnica’ rispetto all’auspicabile sostituzione in Freccia dell’attuale Intercity ‘Tacito’ Terni-Milano: e con tali sproloqui siamo così alla fotocopia della fotocopia, al Bignami del Bignami dello sciocchezzaio ripetuto come Vangelo negli ultimi 20 anni da vari e avariati politici regionali e non solo. Oltretutto si insiste con altri abbagli, asserendo che è impossibile far viaggiare un Freccia sulla Terni-Spoleto, quando il Freccia, da quelle parti, già passa da anni, col collegamento Ravenna-Ancona-Roma”.
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