Al Jarreau se n’è andato oggi a 76 anni per un malore e con lui se ne va un protagonista indiscusso degli ultimi 40 anni della scena Jazz, Pop e R&B. Ed è proprio per questa sua capacità di passare con stile indiscutibile attraverso i tre generi diversi che Jarreau è stato il più grande tanto da vincere, unico caso artistico, altrettanti Grammy nelle tre categorie.
Potrebbe bastare questo per celebrare una delle più belle voci che hanno influenzato in maniera determinante almeno 2 generazioni di cantanti ed autori. L’Umbria lo ricorda nelle sue molte presenze a Umbria Jazz, ogni volta incredibili successi di pubblico e gradimento. Le ultime sue apparizioni a Perugia sono state nel 2012 nella serata con Erykah Badu (CLICCA QUI) e nel 2014, dove con un emozionato Mario Biondi diede vita ad un duetto improvvisato sul palco dell’Arena Santa Giuliana. In quell’occasione Biondi non seppe trattenere l’entusiasmo e al termine di una ispirata Teach me Tonight, rivolto al pubblico esclamò, “Sono come un bambino la notte di Natale”.
Gli esordi
Di Al Jarreau si sa molto dei suoi ultimi 30 anni sulla scena musicale ma i primissimi esordi sono sempre rimasti nell’ombra mentre invece segnano un passo decisivo nella sua evoluzione musicale. Jarreau nasce a Milwaukee nel 1940 e coltiva sin da bambino la sua straordinaria capacità vocale nel coro gospel della Chiesa Avventista del Settimo Giorno dove suo padre era pastore. E’ in quel brodo culturale che Al apprende la misura e la modulazione della voce, la capacità di saltare da una ottava ad un’altra che lo renderà famoso in seguito.
Dopo essersi laureato in Psicologia, nel 1965 inizia ad apparire sulla scena musicale dei piccoli club jazz di Los Angeles e registra il suo primo album dal titolo imperioso 1965. Ma il suo vero primo passo verso il successo è quando inizia a suonare alla fine degli anni ‘60 con un signore che rispondeva al nome di George Duke e che diventerà il suo mentore, mai dimenticato.
La consacrazione
Da li in poi sarà un crescendo tumultuoso fino alla pubblicazione di quel capolavoro musicale che fu We Got By. Chi scrive ricorda come una piccola, ma significativa, vicenda personale questo famoso lavoro di Jarreau perché proprio We Got By fu il primo lp della nostra collezione personale, acquistato durante un viaggio in Germania nel 1979. Chi ha avuto il privilegio di crescere con quella musica e quella voce in testa, non ha avuto più tentennamenti. E quello con Al Jarreau è stato un amore ininterrotto che proseguirà senza nessun tentennamento da oggi, giorno della sua scomparsa fino a che avremo memoria di lui.
Dopo WGB l’anno successivo, il 1976, arriverà Glow che confermerà il suo indiscusso talento vocale. Nel 1977 pubblica Look to the Rainbow e vince il suo primo Grammy come miglior cantante Jazz e nel 1978 All Fly Home. Ed è proprio con questo lavoro che si inizia a capire la prima migrazione di genere di Jarreau.
Nel 1981 pubblica l’album Breakin’ Away, che lo porterà a vincere il suo secondo Grammy questa volta come miglior cantante Pop.
Indimenticabile nel 1985 il live In London registrato alla Wenbley Arena, un lavoro che tolse ogni dubbio sulla indiscussa capacità di Jarreau di sostenere i concerti dal vivo come e forse più dei lavori in studio.
Jarreau è inarrestabile nella sua produzione e gli anni ’80 sono davvero prolifici e di grandissimo successo di pubblico. Lavori come Jarreau, High Crime e L is for Lover (prodotto da Nile Roger degli Chic) lasciano tracce indelebili nella scena musicale soul e pop internazionale, senza mai far mancare quella timbrica e le incredibili evoluzioni del canto scat che ad Al sono sempre piaciute più di ogni altra cosa.
Bisogna arrivare al 1992, anno in cui esce il disco Heaven and Earth con cui vince il Grammy come miglior cantante R&B.
Da questo momento in poi la sua unicità diventa leggenda e Jarreau inizia ad essere un punto di riferimento indiscusso per tantissimi artisti che si affacciano sulla scena musicale.
Citiamo l’ultimo in ordine di tempo che abbiamo avuto modo di poter vedere live sempre ad Umbria Jazz nel 2016, il fantastico Ola Onabule (CLICCA QUI) che per tanti versi ci ha ricordato il Jarreau degli esordi, quando la forza interpretativa non lasciava spazio a manierismi ma solo a potenza e solidità vocale senza sbavature. Per capire meglio basta riascoltare le incredibili cover che nel tempo Jarreau incise ed ha sempre cantato dal vivo come veri e propri cavalli di battaglia. Da Your Song di Elton John a Take Five, da Mas Que Nada e She’s leaving Home dei Beatles, di cui c’è una magnifica interpretazione proprio in All Fly Home
Il resto è storia nota e noi vogliamo ricordare Al Jarraeu nei suoi ultimi anni come un uomo buono, generoso e soprattutto pieno di sensibilità verso i sofferenti ed i deboli, caratteristica di tutta una vita e che si riscontrava nei suoi sempre piacevoli speech tra un brano e l’altro dei suoi concerti. Nelle sue due ultime apparizioni a Perugia, il fisico segnato dalla malattia, si notava la sua totale e vibrante vitalità mentale che era più potente di qualsiasi capacità vocale in affanno. Supportato da musicisti eccezionali Jarreau non rinunciava a salire sul palco per far divertire il suo pubblico che cantava a memoria i successi di tutta una vita artistica, mentre lui si divertiva come bambino la notte di Natale.
Proprio come il suo amico e discepolo Mario Biondi, e come immodestamente si sentiva chi scrive il giorno che acquistò il primo disco della sua vita, We Got By di Al Jarreau.
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