Undici anni fa, il 30 gennaio 2006, in una giornata fredda si consumava il più efferato delitto della storia di Umbertide. Nel corso di una rapina al Monte dei Paschi di Siena, il giovane appuntato Donato Fezzuoglio, intervenuto sul posto, ingaggiava un conflitto a fuoco con i rapinatori e veniva spietatamente ucciso.
Da allora, ogni anno, Umbertide ricorda con commozione e affetto questo suo figlio adottivo e si stringe alla moglie Emanuela, al figlio Michele, al fratello Mario, a tutti gli altri familiari e all’Arma dei Carabinieri.
Ieri pomeriggio (lunedì 30 gennaio) alle 15.30 in punto, in via Andreani sotto la lapide che ricorda il suo sacrificio, si è svolta la cerimonia ufficiale. Molte le autorità militari e civili venute a ricordare Donato: tra queste il prefetto di Perugia Francesco Cannizzaro, la dott.ssa Antonella Duchini della direzione distrettuale antimafia di Perugia, il generale di brigata Francesco Benedetto comandante della Legione dei Carabinieri dell’Umbria, il colonnello Paolo Piccinelli comandate provinciale dei Carabinieri, il capitano Giuseppe Manichino comandante della Compagnia dei Carabinieri di Città di Castello, il maresciallo Antonio Raganato comandante della stazione dei Carabinieri di Umbertide, la dott.ssa Laura Ziliotto dirigente del commissariato di Città di Castello, l’onorevole Giampiero Giulietti, il vicepresidente del Consiglio regionale dell’Umbria Marco Vinicio Guasticchi e il sindaco di Umbertide Marco Locchi.
Una cerimonia breve, semplice, le cui uniche parole sono state quelle della lettura della motivazione della Medaglia d’oro al Valor Militare conferita a Fezzuoglio:
Nel corso di servizio perlustrativo, palesando spiccate doti di coraggio, ferma determinazione e cosciente sprezzo del pericolo, non esitava ad affrontare, unitamente ad altro militare, tre pericolosi malviventi sorpresi in flagrante rapina ai danni di un istituto di credito. esponendosi alla violenta azione di fuoco dei malfattori, replicava con l’arma in dotazione costringendo alla fuga i rapinatori finché, attinto da un colpo proditoriamente esplosogli alle spalle da altro rapinatore in posizione defilata si accasciava esanime al suolo. Fulgido esempio di eroismo, di elette virtù militari ed altissimo senso del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio
Poi il Silenzio fuori ordinanza, la deposizione delle corone d’alloro, gli onori militari del picchetto, le sirene delle auto del 112 disposte sulla strada. Subito dopo la cerimonia religiosa a Cristo Risorto, davanti al largo che è stato dedicato al giovane carabiniere caduto, officiata dal vescovo diocesano monsignor Mario Ceccobelli.
Particolarmente commovente la lettura della “Preghiera del carabiniere” da parte del figlio Michele (foto a sinistra). Donato è stato poi ricordato dal generale di brigata Francesco Benedetto comandante della Legione dei Carabinieri dell’Umbria e dal sindaco di Umbertide Marco Locchi. Alla fine della messa, la cerimonia si è conclusa sulle note armoniose di un quartetto d’archi.