Un cavillo tecnico-procedurale che però invaliderebbe l’atto. C’è questo alla base della decisione dei giudici del tribunale del Riesame di Perugia che hanno accolto la richiesta fatta dai difensori di Gesenu, di Tsa e dei Fratelli Baldini.
Gli avvocati Francesco Falcinelli, Franco Libori e Alessandro Ciglioni hanno infatti chiesto ai giudici che, ancor prima di entrare nel merito del commissariamento o meno delle società come vorrebbe il pm titolare dell’inchiesta, Valentina Manuali, considerassero un errore procedurale che riporta tutti ai blocchi di partenza.
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L’udienza
Secondo le norme infatti, quando un magistrato chiede il commissariamento di un ente, il giudice che poi lo deve decidere dovrebbe convocare le parti in causa, per dare modo quindi alla difesa di portare argomenti a proprio favore.
In questo caso non è stato fatto e, come si legge nell’ordinanza del tribunale del Riesame, non cambia nulla se, di fatto, il gip Alberto Avenoso non concedendo il commissariamento, di fatto ha dato ragione ai difensori. Anche perché, scrive ancora il Riesame, se loro avessero deciso nel merito, con un vizio così grosso, sarebbe stato tutto nullo.
L’iter
Questo è il motivo per cui i togati hanno rimesso gli atti al gip per la fissazione di un’udienza in cui le parti porteranno gli argomenti a sostegno delle loro tesi.
È verosimile che il gip, che ha già detto di no una volta, assuma di nuovo la stessa decisione, come d’altra parte è verosimile che il pm Valentina Manuali faccia nuovamente ricorso al Riesame che, a quel punto, dovrebbe decidere nel merito.
Nel frattempo, sia Gesenu che Tsa, hanno cercato di presentarsi con un volto diverso dinanzi al pericolo ‘commissariamento’.