Era la scorsa estate quando la questione del Tevere “giallo”, denunciata dal presidente degli Amici del Tevere Sandro Zucchini, teneva banco ad Umbertide, con l’Arpa che ha sempre escluso l’ipotesi inquinamento.
A fine agosto, dopo un sopralluogo, Zucchini aveva puntato il dito contro un grosso tubo di scarico nei pressi del Lago dei Cigni di Rignaldello (Città di Castello) che finiva direttamente nel fiume, additato come possibile causa della strana colorazione delle acque umbertidesi. Anche il quel caso l’Arpa aveva minimizzato dichiarando che si trattava di un comune scolmatore di piena della rete fognaria (sfioratore) autorizzato.
Oggi la questione è approdata in Consiglio regionale grazie all’atto ispettivo presentato dal consigliere della Lega Valerio Mancini: “Le segnalazioni di agosto-settembre, relative alle condizioni di inquinamento del Tevere fra i comuni di Città di Castello e Umbertide, sono state confermate da tanti appassionati di pesca e appartenenti alle associazioni di pescatori. Erano stati avanzati dubbi sulla fruibilità delle acque fluviali a causa di alcuni episodi in cui le acque hanno cambiato colore, presumibilmente per il terminale di scarico che rilascia acque reflue del depuratore”. L’esponente della ha chiesto alla Giunta regionale di conoscere lo stato e la qualità delle acque nella zona.
A rispondere è stato l’assessore Fernanda Cecchini: “Da diversi anni viene effettuato un monitoraggio per la classificazione della qualità ambientale. I dati relativi al triennio 2013-2015 certificano una classe sufficiente. Al riguardo, l’assessorato ha chiesto informazioni all’Arpa e all’Ati 2, ottenendo la spiegazione riguardo al fatto che quando il terminale di scarico risulta troppo pieno, il pozzetto di sollevamento fognario serve proprio a preservare il buon funzionamento della rete fognaria, attivandosi quando viene superata la portata massima, cioè quattro volte la portata media”.
Sfioratori e tubo di scarico sono quindi dispositivi necessari in presenza di fogne miste, con acque bianche e nere. Nei sopralluoghi effettuati da Arpa, Forestale e Umbra acque lo sfioratore non era mai attivo, non si sono verificati sversamenti. In più Arpa rileva che tale condotta era già nota e sono stati monitorati fauna ittica e macro-invertebrati: non è emerso nessun elemento di danno all’ecosistema fluviale del Tevere e nessun anomalo cambiamento di colore. Infine, la presenza della stazione di monitoraggio a vocabolo Spadina è in grado di rilevare eventuali anomalie
Nella replica conclusiva, Mancini ha detto di essere “soddisfatto per la spiegazione tecnica fornita dall’assessore, chiedo comunque che tali dati vengano messi a nostra disposizione anche ai fini di ulteriore eventuale iniziativa politica. Capisco che sia impossibile prevedere gli eventi che sono stati segnalati, ma andrebbe previsto un piano per migliorare l’azione del depuratore, a suo tempo di proprietà comunale e ora gestito da Umbria acque”.