Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato alle 18.30 in punto davanti al residence Le Ali sul Lago, un incontro breve ma intenso con le 78 persone di Norcia ospitate nella struttura. “Presidente non ci abbandoni”, il coro delle persone scappate per la paura del sisma ma che vogliono al più presto tornare alla loro terra. Accolto dalle massime istituzioni civili e militari dell’Umbria, Mattarella ha scelto di non parlare con la stampa ma solo ed unicamente in forma privatissima con gli sfollati.
L’inno di Mameli. Il momento più toccante dell’incontro è stato quando la sala ha intonato l’inno nazionale. Gesto spontaneo della gente che ha sorpreso il presidente al momento dei saluti. Ma quello che la gente chiedeva erano chiarimenti e Mattarella ha risposto dando delucidazioni sulle maggiori preoccupazioni della popolazione, “container entro due mesi e poi casette di legno per poi partire con la ricostruzione”.
“Volontà di ricostruire tutto lì dove si trova”, così il capo dello Stato ha confermato agli sfollati quanto si ora annunciato dal Governo, dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e dal commissario per la ricostruzione Vasco Errani.
Al Trasimeno in 250 ma continuano ad arrivare. Sono già 250 gli sfollati ospitati nel territorio di Magione (quattro le strutture di cui una al confine con Passignano) ma altri stanno arrivando, alla spicciolata, convinti dai loro congiunti già scappati, dalle macerie e dalla paura del terremoto, che qui ci sia la condizione migliore per attendere di poter tornare nelle loro terre. “Qui la solidarietà si è mobilitata in massa – racconta il sindaco di Magione Giacomo Chiodini –, solo nella giornata di ieri avevamo 50 volontari operativi e per la grande quantità di beni frutto della raccolta abbiamo dovuto mettere a disposizione il palazzetto dello sport come magazzino”. Le necessità di queste persone sono anche quelle primarie, sono fuggite con il pigiama addosso, sorpresi a letto dalla scossa del 30 ottobre alle 7.40. “Ci siamo organizzati per aiutarli al meglio – spiega Chiodini –, ogni mattina personale Caritas fa il giro delle strutture e camera per camera raccoglie le richieste che spaziano dal paio di scarpe alla biancheria. C’è chi si occupa dei farmici e delle necessità sanitarie e cerchiamo di far sì che ogni giorno prima di pranzo tutte le consegne siano fatte”.
Ora si pensa ai bambini e ad inserirli a scuola. Ma la prossima emergenza a cui pensare sarà quella della scuola, a Magione ci sono 40 tra bambini e ragazzi in età scolastica, “stiamo pensando a come organizzarci per accoglierli nelle scuole del territorio”, questa sarà certamente una delle priorità sopratutto se queste persone rimarranno qui per tutto il tempo necessario all’allestimento delle abitazioni provvisorie a Norcia, Cascia, Preci e nella Valnerina. Intanto al Trasimeno si cerca di ristabilire una certa normalità, “molte di queste persone stanno cercando di portare qui le loro auto private ma non sempre è possibile – così come anticipa Chiodini – stiamo lavorando per un sistema di micro mobilità tra le varie strutture e tra queste e il centro dei paesi, per far sì che possano incontrarsi tra loro e anche raggiungere gli uffici e le attività di cui necessitano. Oltre a questo pensiamo ad un sistema di lavanderia che non potrà essere ancora per molto quello interno delle singole strutture ricettive”.