A scuola senza zaino, per migliorare le classiche metodologie di insegnamento e per evitare che i bambini trasportino quotidianamente sulle spalle fino al 10% in più del loro peso. Porte aperte a scuola ai nuovi strumenti tecnologici e ad un insegnamento condiviso. Il progetto, promosso da Pastorelli, Leonardi, Luciani e Pittola, è stato approvato oggi all’unanimità, con i 10 voti a favore di tutti i consiglieri comunali presenti in Commissione a Palazzo dei Priori.
Il progetto “a scuola senza zaino” è nato a Lucca, nel 2012: diffuso in tutta la Toscana, è stato adottato anche in Umbria, nei comuni di San Giustino, Massa Martana, Gualdo Cattaneo e Trestina. In sostanza l’apprendimento di basa sul metodo “global curriculum approach”, che consente agli studenti di intraprendere percorsi di autonomia e responsabilizzazione nell’acquisizione delle conoscenze, tramite la condivisione della didattica con gli insegnanti, supportati anche dalla presenza dei genitori. Necessari, per la perfetta applicazione dell’idea, anche dei corsi di aggiornamento per i docenti, stimati, è stato detto questa mattina dalla professoressa Boriosi, presente in Commissione, in corsi di aggiornamento di 20 ore per tre anni. A corredo, all’interno delle scuole, verrà installato un arredamento funzionale all’offerta educativa, in modo appunto da eliminare lo zaino.
Il progetto, che dovrà necessariamente riguardare tutte le classi delle scuole dove verrà attivato, e non sono una parte di esse, richiama, seppur in un formato più moderno, il metodo Montessori e riguarderà le scuole primarie del capoluogo. Previsti dunque benefici anche per le famiglie, oltre che per i bambini, i quali vedranno allargare davanti ai loro occhi e con le loro menti l’offerta formativa. Il modello “a scuola senza zaino” parte dal principio del cosiddetto “apprendimento responsabile”: l’alunno arriva a scuola con poche cose ed, in primis, è coinvolto “nell’agorà”, dove può esprimere le proprie emozioni. Poi si passa alla fase dei tavoli collaborativi e flessibili nell’ambito dei quali sono utilizzati materiali comuni.
Il Comune di Perugia dovrà poi farsi portavoce con la Regione Umbria, come avvenuto in Toscana, per ottenere contributi idonei per realizzare il progetto, anche da un punto di vista strutturale.
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