Giovedì scorso (17 marzo) i vigili urbani di Città di Castello, dopo aver seguito un corso sulla figura e l’arte di Alberto Burri nell’anno del Centenario, hanno assistito, nell’aula magna del comando in via XI Settembre, alla prima delle lezioni riguardanti la storia della famiglia Vitelli e l’eredità che questa ha lasciato a livello urbanistico e artistico.
Gli incontri, secondo quanto riferito dall’assessorato tifernati, “sono finalizzati a fornire al personale nozioni di base e coordinate generali che permettano una comunicazione efficace e completa con eventuali visitatori, oltre a migliorare l’accoglienza in una città di arte e di turismo. Non è soltanto un’operazione di immagine ma anche un fatto di grande sostanza perché tende a creare tra il personale un patrimonio comune di competenze per migliorare il modo in cui si lavora nel quotidiano. La risposta avuta dal corpo è stata massiccia, confermando come anche i Vigili vivano il proprio ruolo come una funzione di prossimità essenziale sia per i cittadini che per i turisti”.
Sull’argomento è intervenuto oggi l’ex vicepresidente dell’Assemblea Legislativa e candidato sindaco alle prossime Amministrative Andrea Lignani Marchesani il quale si augura, prima di tutto, che il corso sulla famiglia Vitelli per i Vigili urbani tifernati “sia stato effettuato, e si svilupperà nelle future sessioni, al di fuori dell’orario di lavoro”.
E’ assolutamente irrituale che gli Agenti di Polizia municipale vengano trasformati in guide turistiche. La città è sconvolta da microcriminalità e furti ed è assurdo che si perseveri nel non armamento della Polizia Municipale, rimanendo come quarta città dell’Umbria al di fuori del circuito di omogeneizzazione delle forze di Polizia municipale previsto dalla normativa regionale. Ai cittadini non interessa avere Vigili urbani dotti ma agenti efficienti
“Giova ricordare – aggiunge Lignani – che in occasione del referendum del 17 aprile numerosi appartenenti al Corpo sono stati chiamati a svolgere, in media, 19 ore di straordinario ciascuno con motivazioni anche irrituali quali la ‘vigilanza sulla correttezza della propaganda elettorale’ che dubitiamo debba essere esercitata in una consultazione sconosciuta ai più. Invece di investire in sicurezza l’Amministrazione comunale utilizza fondi per la Polizia municipale, per vessare i cittadini (telelaser) o per situazioni completamente avulse al ruolo che un vigile urbano deve essere chiamato a svolgere. Di questo l’Amministrazione dovrà rispondere in campagna elettorale”.