Il programma di Umbria Jazz 2016 è ormai pubblicato e a prova di bomba. Tutto marcia verso il “sol dell’avvenire”, quand’ecco che per vivacizzare l’aria marzolina va in scena, e non al Santa Giuliana, uno degli spettacoli più famosi dello showbiz internazionale. La “Pagnottata”.
Esclusa la facile consonanza con altre spettacolari azioni divinatorie tipo la “bucciottata”, la “Pagnottata” di solito si preannuncia un po’ come i famosi versi manzoniani “S’ode a destra uno squillo di tromba. A sinistra risponde uno squillo: d’ambo i lati calpesto rimbomba da cavalli e da fanti il terren”. Peccato solo che la tromba non è quella di Rava o di Marsalis, ma quella del direttore artistico Carlo Pagnotta che sembra, pare, dicono che, abbia un pò discusso con il Direttore Generale Luciano Linzi. Una litigatina di quelle che solo Patron Pagnotta sa fare e che pare abbia lasciato un segno indelebile nella struttura nervosa del Direttore generale.
Va ricordato senza se e senza ma, che Linzi è l’uomo che dal giugno 2014 ha gestito la complessa macchina di UJ, dopo che qualche scricchiolio di troppo aveva fatto temere per le fondamenta della kermesse. Linzi è anche il manager che tenendo fede alla legge da Impero Romano del “divide et impera” ha maggiormente separato il grano dal loglio, ovvero gli show paraculi come quello di Lady Gaga e Tony Bennett (2015) o magari il prossimo Mika (2016), dalle cose di grande spolvero jazzistico come Eliane Elias e il duo Hancock-Corea(2015) oppure gli attesi Marsalis -Elling o Metheny-Carter del 2016. Insomma uno che sa fino a che punto le ragioni di cassa devono avere il sopravvento sulle radici della manifestazione. Senza contare che il Ministro Dario Franceschini era molto contento del nuovo corso (o di Linzi e basta?) al punto di sentirsi tranquillo nell’accantonare una posta speciale sulla partita del Fus.
Così giaculava il Ministro nel marzo del 2015 in una intervista a Il Messaggero, facendo poi cantare successivamente la messa tutta intera a Pagnotta e Arbore, “Il jazz è una delle grandi eccellenze del nostro Paese una realtà niente affatto di nicchia: solo nel 2012 ha prodotto oltre 4.000 concerti su un totale di 18.000. L’ Umbria Jazz festival è la dimostrazione della forza internazionale che il nostro paese può vantare nel settore. Il ministero è molto sensibile e infatti da quest’anno per il jazz è stato previsto un finanziamento straordinario e sono state varate nuove regole per accedere al Fondo Unico per lo spettacolo, il Fus, che eliminano le difficoltà che nel passato erano state riscontrate proprio dal mondo del jazz”. Amen fratelli.
E allora quando le cose hanno un senso perchè non disorientarle? Così tanto per…E quando c’è da mettere in scena il colpo da maestro ecco la irrinunciabile “Pagnottata”. Alcune ricostruzioni dicono che il Direttore Artistico abbia chiesto sponda alle istituzioni regionali per ottenere la fuitina (leggi testa) del Dg Linzi, sembra per insanabili contrasti di manovra. Linzi invece, in una nota ufficiale di UJ scrive di essersi dimesso per “sopravvenuti impegni professionali che limitano la mia disponibilità a ricoprire ulteriormente tale incarico”. Formule metafisiche che vanno a velare un contrasto che dovrebbe essere maturato nell’ambito decisivo di “chi manovra cosa e come”. Notoriamente i Patron, per definizione, difficilmente si fanno dettare l’agenda sulla manifestazione, se non fosse che Linzi era, all’epoca della sua designazione, molto gradito al capo della banda.
Ed ora non resta che attendere gli applausi al termine della messa in scena, mentre al momento, a 48 ore dal fattaccio, non si conosce la reazione dei mercati. Pare che a Pian di Massiano però il commento più ascoltato sia stato “è ‘na bucciottata”. Altro che Pagnottata.
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