Bisognerà aspettare i prossimi mesi per sapere se le 14 persone indagate nell’ambito della nota inchiesta sulla Banca popolare di Spoleto dovranno essere sottoposte a processo o meno per i reati, a vario titolo, di appropriazione indebita e bancarotta fraudolenta. La vicenda, è noto, è quella sulle presunte anomalie nella gestione dell’istituto di credito spoletino da parte dell’ex presidente Giovannino Antonini e di vari funzionari della Bps, oltre che del crack della Baronci costruzioni. Ad essere imputati sono Giovannino Antonini (presente oggi in tribunale), Alberto Antonini, Massimiliano Baronci, Alfredo Pallini, Marcello Siena, Dante Cerbella, Giuliano Mora, Cosimo De Rosa, Emilio Quartucci, Paolo Rossi, Francesco Tuccari, Mauro Conticini, Camillo Colella e Marco Bifolchi.
L’udienza davanti al giudice per l’udienza preliminare in programma per questa mattina al tribunale di Spoleto è stata rinviata nel giro di pochi minuti. Giusto il tempo di registrare l’astensione del gup Daniela Caramico D’Auria per incompatibilità, essendosi il giudice in passato già occupata della vicenda Bps in sede di inchiesta preliminare. Si tornerà quindi in aula il 22 marzo davanti ad un altro giudicante, che dovrà decidere se rinviare a giudizio o meno i 14 rimasti dall’inchiesta sulla “gestione” della Bps e che era “esplosa” nel 2012 con 17 indagati, raddoppiati l’anno successivo. L’avviso di conclusione delle indagini nel gennaio 2015 aveva quindi portato ad archiviare la posizione di 20 persone, mentre per le restanti 14 dovrà essere deciso un eventuale rinvio a giudizio o un proscioglimento. Probabilmente, però, la decisione del nuovo gup non arriverà durante l’udienza fissata per fine marzo: in tale data, infatti, si dovrà discutere in primis di eventuali questioni preliminari ed è quindi difficile che si riesca ad arrivare subito ad un pronunciamento del giudice.