I LAVORATORI DELLA MERLONI FINITI IN CASSA INTEGRAZIONE METTONO IN ATTO UN PRESIDIO CON VOLANTINAGGIO - Tuttoggi.info

I LAVORATORI DELLA MERLONI FINITI IN CASSA INTEGRAZIONE METTONO IN ATTO UN PRESIDIO CON VOLANTINAGGIO

Redazione

I LAVORATORI DELLA MERLONI FINITI IN CASSA INTEGRAZIONE METTONO IN ATTO UN PRESIDIO CON VOLANTINAGGIO

Mar, 07/10/2008 - 19:07

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I lavoratori dello stabilimento di Gaifana di Nocera Umbra, del gruppo Antonio Merloni, azienda in crisi che ha fatto scattare la cassa integrazione per i suoi dipendenti, hanno messo in atto con le RSU e i sindacati di Fiom, Fim, Uilm, un presidio con volantinaggio che andrà avanti per tutta la giornata. Anche nelle altre fabbriche del gruppo – sottolineano i sindacati – analoghe manifestazioni, dagli stabilimenti delle Marche a quelli dell'Emilia Romagna.

La crisi del gruppo leader nella produzione di elettrodomestici impone da parte del sindacato e dalle forze politiche una presa di posizione netta, con la richiesta di presentazione di un piano industriale credibile, che riesca a salvare l'occupazione, sia dei diretti che delle imprese dell'indotto.

Giovedì dovrebbe tenersi un consiglio di amministrazione della Merloni a Fabriano. Un incontro a Roma al ministero dello sviluppo economico, dovrebbe tenersi invece la prossima settimana, mentre anche da parte dei parlamentari delle regioni sedi di stabilimenti, sono in corso colloqui per una strategia comune in difesa dei lavoratori.

Un incontro istituzionale ''urgentissimo e non più rinviabile'' per affrontare la situazione di crisi dell'azienda ''Antonio Merloni'' e dell'indotto che coinvolge le piccole imprese del territorio.

E' quanto hanno chiesto nuovamente al ministro allo Sviluppo economico Claudio Scajola i presidenti delle Regioni Emilia Romagna, Marche ed Umbria, Vasco Errani, Gianmario Spacca e Maria Rita Lorenzetti.

''Riteniamo che tale incontro, che interessa ben tre regioni – spiegano i tre presidenti – sia assolutamente urgente per l'aggravarsi della situazione aziendale, delle crescenti e insostenibili difficoltà dell'indotto di piccole imprese e per la necessità di definire un coerente piano di rilancio e di interventi, che salvaguardi i livelli occupazionali, i siti produttivi nazionali e le prospettive industriali dei territori interessati. Ogni ulteriore ritardo sarebbe inaccettabile''


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