“Non si rilevano valori anomali o superiori alla norma“: è questo quanto riferisce Arpa Umbria riguardo alle analisi e ai campionamenti effettuati su aria, rifiuti e vegetali a foglia larga dopo l’incendio divampato lo scorso 2 giugno a Ponte Rio, nello stabilimento della Gesenu. Arpa Umbria ha effettuato le analisi nel raggio di 1oo0 metri dal luogo dell’incendio, che è anche oggetto di Ordinanza sindacale) comprendendo dunque anche le zone limitrofe dal luogo dove si sono sviluppate le fiamme. E’ stato inoltre analizzato il particolato atmosferico rilevato in due differenti postazioni.
Guerra dei rifiuti, dubbi su incendio a Ponte Rio
I risultati – Si parla dunque, per i tre campioni di rifiuti raccolti, di presenza di diossine in concentrazioni inferiori al limite, e la presenza di potenti inquinanti atmosferici (i cosiddetti IPA, acronimo di idrocarburi policiclici aromatici) in concentrazioni inferiori a quelle oltre le quali si applica la definizione di ‘rifiuto pericoloso’. Anche la presenza di metalli non fa scattare l’allarme.
Diversi i risultati relativi ai 10 campioni di suolo analizzati: su 5 il valore di diossina risulta di poco superiore al limite, e al valore di fondo rilevato in ambito regionale. I dati relativi alle analisi effettuate su vegetali a foglia larga, confrontati con i valori delle diossine rilevati nel suolo, risultano inferiori di un ordine di grandezza. Per quanto riguarda infine i risultati relativi al particolato atmosferico sono stati, innanzitutto, individuati 2 punti di campionamento, ossia sul luogo dell’incendio e nelle vicinanze del distributore lungo la strada tra Ponte Rio e Ponte Felcino (strada della Molinella). I risultati hanno evidenziato valori inquinanti al di sotto delle soglie di rilevabilità, sia per quanto riguarda agenti cancerogeni, come il Benzo-a-pirene, che per le diossine stesse.
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