“Bloccare almeno il 90% degli scrutini”, questo l’obiettivo di Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas, che hanno deciso di combattere “La Buona Scuola” con uno sciopero previsto in tutta Italia, l’11 e il 12 giugno in Umbria. Allo sciopero degli scrutini, definito sempre dai sindacati di base come “l’arma decisiva per bloccare il ddl”, aderirà parte del personale dell’Istituto Tecnologico “Allievi San Gallo” di Terni, con una decisione maturata lo scorso 5 giugno durante un’assemblea sindacale. Lo scopo è quello di bloccare il ddl del Governo sulla scuola e garantire l’assunzione per tutti i precari del comparto. Va precisato che gli scrutini delle classi quinte, cioè quelle che sono in procinto di affrontare gli esami di maturità si svolgeranno regolarmente, mentre per il 12 giugno prossimo è stato organizzato un presidio sotto la Prefettura di Terni.
“I motivi della contestazione si fondano sul trattato Costituzionale – si legge in una notta dei Cobas – ed in particolare sugli articoli 4 e 33 (diritto al lavoro e alla libertà dell’insegnamento) e sulla Legge sull’Autonomia ed in particolare il D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275”.
I sindacati riassumono poi in 12 punti fondamentali le loro richieste:
1.La scuola non può essere trattata secondo una logica aziendale, competitiva e verticistica
2.La scuola è una comunità educante la cui efficacia ed efficienza sta nella condivisione di un progetto educativo e formativo e nella cooperazione di tutti i soggetti che la costituiscono e che devono poter essere soggetti attivi del cambiamento e non meri esecutori.
3.Tale DdL non soddisfa le esigenze di formazione ed educazione, non promuove una cultura della compartecipazione, non valorizza il ruolo professionale, anzi lo depaupera e ne lede la dignità.
4.Gli Organi Collegiali devono essere valorizzati e mantenere le loro prerogative democratiche.
5.Tutte le componenti delle istituzioni scolastiche: docenti di ogni segmento, personale tecnico ed educativo, personale ATA devono essere valorizzate.
6.Precariato: non è ammissibile l’apparente risoluzione del problema così delicato attraverso questa riforma che non stabilizza i precari ma precarizza la scuola (l’insegnante non gradito al DS può essere mandato a fare supplenze e attività di recupero e in caso di mobilità inserito nell’albo territoriale con contratto triennale e inspiegabile utilizzo del docente in altri ambiti senza abilitazione)
7.Particolare attenzione merita l’inaccettabile esclusione dal piano delle assunzioni dei docenti abilitati inclusi nelle graduatorie di seconda fascia d’istituto di cui chiediamo l’assunzione a partire dall’a.s.2015/16.
8.Mistificazione della continuità didattica che nella realtà non viene più garantita
9.Rischio di clientelismo e abusi per quanto riguarda la scelta dei docenti da parte del Dirigente Scolastico (chiamata diretta) e valutazione. Che non si basa dunque su criteri oggettivi.
10.Rischio di annichilire sia la libertà di insegnamento che quella di espressione sostituendola con la figura autoritaria del preside-podestà
11.Lo spirito autoritario e antidemocratico abolisce l’obbligo del parere consultivo dell’Organo Collegiale Consultivo Nazionale per l’adozione dei Decreti e degli atti attuativi della Legge,
12.Infine viene abolito per legge il contratto collettivo nazionale”.