Da giorni la Squadra Volante del Commissariato di Assisi, diretto dal Commissario Capo Francesca D. Di Luca, monitorava un insediamento di Sinti che da settimane stazionava presso il parcheggio pubblico della zona industriale di Bastia Umbra.
I nomadi, provenienti dalla Sicilia, a bordo delle proprie autovetture, camper e roulotte avevano di fatto invaso senza autorizzazione l’area verde trasformandola in giardino, pattumiera e area per stendere i panni al sole.
Dai servizi di osservazione si notava che gli uomini del gruppo durante il giorno si allontanavano dal campo a bordo delle proprie autovetture lasciando le mogli a presidiare l’area.
Nella giornata di ieri 31 maggio, è stato deciso un “blitz” per controllare i 3 nuclei familiari presenti, composti complessivamente da 11 persone di cui 6 adulti e 5 minori.
Clamorosa la scoperta fatta dagli agenti del Commissariato: i capi famiglia avevano numerosi precedenti di polizia alle spalle e fogli di via da parecchi comuni del territorio nazionale perché dediti abitualmente a commettere reati.
Di recente erano stati allontanati da Verona e da Fermo ( AP) per la c.d. “Truffa dello specchietto”, attuata per spillare euro agli automobilisti, inducendoli a pagare una somma per riparare al danno causato all’auto del truffatore, anche se in realtà la rottura delle specchietto non è mai avvenuta.
Si tratta di un trucco molto semplice che consiste nel far credere all’automobilista che la sua macchina abbia involontariamente urtato il retrovisore dell’auto di chi sta mettendo in atto la truffa. La vittima della truffa sente il rumore di un colpo secco molto forte sulla propria carrozzeria, di solito sulla fiancata, (provocato in realtà da una pallina, un bastone, ecc…) dando l’illusione di un urto immediato.
Subito dopo entrano in scena i truffatori in auto che intimano alle vittime di fermarsi. Il conducente sostenendo che gli è stato rotto lo specchietto, indicando il suo retrovisore chiaramente già danneggiato, convince le vittime ad un esborso di denaro senza mettere di mezzo assicurazione o vigili, magari anche con l’aiuto di “un compare”, pronto a testimoniare che è andata proprio così. A questo punto la vittima paga, convinto di aver recato un danno o per paura che dalla truffa si passi alla rissa.
Sulla base di quanto emerso, sono state ispezionate tutte le 3 autovetture, i 2 camper e una roulotte in uso ai sinti.
All’interno del camper è stato ritrovato nell’abitacolo, all’interno del vano portaoggetti, un coltello a serramanico lungo circa 20 cm e all’interno dell’armadio un tubo in pvc, con anima rigida, della lunghezza di cm 65 del tutto simile a quello solitamente utilizzati nella truffa dello specchietto per romperli.
Per il coltello e il tubo prontamente sequestrati, il proprietario del camper è stato denunciato per porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere .
E’ stato ritrovato ben nascosto all’interno di una calza, un rotolo di banconote da 50 e 100 euro del valore complessivo di circa 5000 euro, nonché ricevute di cospicui versamenti su libretti postali.
I possessori, senza fissa dimora e nullafacenti, si sono giustificati affermando che il danaro contante serviva per provvedere alle necessità quotidiane e che i risparmi erano frutto di elemosine e di attività di arrotino e introito di regali di parenti e vendite di non precisate proprietà di famiglia.
Sulla base di quanto emerso, tutti e tre i capo-famiglia sono stati denunciati per il reato di invasione arbitraria di terreno pubblico al fine di occuparlo aggravato dal fatto di essere stato commesso da più di 10 persone.
Gli stessi indagati per le truffe commesse fuori provincia e fotosegnalati; in questo modo possono essere effettuati eventuali riconoscimenti su quelle commesse di recente in zona. Proposto anche il Foglio di via obbligatorio.
In serata, dopo l’intervento, il gruppo ha lasciato il luogo ove dimoravano per una nuova destinazione.
Foto repertorio