L’arrivo di nuovi immigrati sul suolo nazionale sta mettendo a dura tenuta il sistema di accoglienza italiano, in particolare quello delle regioni e delle province dove i cittadini stranieri vengono smistati. L’arrivo dell’ultimo gruppo di rifugiati nella provincia di Terni, ha messo in allarme il coordinamento di “Cittaperta TerniDinamica” secondo il quale il limite massimo di cittadini stranieri ospitabili è stato raggiunto. Leggiamo la nota del gruppo:
“Nella provincia di Terni stanno arrivando una cinquantina di nuovi richiedenti asilo. Attualmente, dopo gli ultimi arrivi, il limite massimo di 212 ospiti sembra raggiunto se non superato.
Sono ospitati dalla Caritas – associazione San Martino e dall’Arci, associazioni che hanno vinto l’appalto della Prefettura per questo servizio (vitto e alloggio) ricevono circa 35€ giornalieri per ogni richiedente.
Ma solo questo non basta.
Come il movimento ha già evidenziato il problema nasce una volta che questi rifugiati sono svegli ed hanno mangiato. Senza nessun controllo o guida sono quindi liberi di vagare senza una meta, mendicando, bighellonando (quando va bene e talvolta infastidendo le persone più deboli, donne ed anziani) tra bar, sale scommesse, supermercati, parcheggi e quant’altro.
TerniDinamoca, come avviene in Europa, chiede nuovamente al Sindaco e all’assessore regionale alla sicurezza di intervenire nelle more del servizio per la presa in carico nelle ore diurne fino al loro ricovero di questi soggetti.
Questo anche alla luce degli ultimi drammatici fatti che hanno alzato la tensione in città e per evitare in questo periodo elettorale possibili strumentalizzazioni.
Piccoli gruppi seguiti da operatori professionali e non volontari che abbiano la conoscenza e l’esperienza per gestire situazioni critiche di disagio mentale o sociale.
Programmando un percorso formativo e di accompagnamento che li motivi e li tenga impegnati.
Questo a tutela dei residenti ma anche a tutela dei richiedenti asilo che crediamo, per la loro dignità, desiderino impiegare con costrutto il loro tempo.
Così potranno utilizzare questo periodo, che li separa dall’accoglimento o meno della richiesta di asilo, per formarsi ai doveri e ai diritti di cittadinanza, imparando la lingua e le regole della civile convivenza ed inoltre essere avviati alla formazione al lavoro anche attravero lavori socialmente utili”.