“Programmi condivisi, finalizzati per garantire il diritto alla casa agli anziani ultrasessantacinquenni ed al superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati e pubblici, negli spazi aperti al pubblico, nei percorsi urbani e centri storici, alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio privato, attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche: per raggiungere questi obiettivi questa mattina, giovedì 9 aprile, nella sede regionale di Piazza Partigiani, sono stati siglati due protocolli d’intesa tra la Regione dell’Umbria, rappresentata dall’assessore alle politiche abitative Stefano Vinti, le organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil e Spi/Cgil, Fnp/Cisl ed Uilp/Uil che rappresentano i pensionati.
“L’attuale situazione economica e sociale – ha affermato l’assessore Vinti – è contraddistinta da una crisi che colpisce il lavoro, l’occupazione e le condizioni delle persone più deboli della società, tra cui pensionati, anziani, giovani generazioni, lavoratori precari e disoccupati ed è caratterizzata da una progressiva ma costante erosione delle risorse finanziarie destinate al sistema delle politiche di protezione sociale e di tutela di queste categorie sociali. Da anni anche in Umbria si sta assistendo ad un progressivo mutamento demografico, contrassegnato, tra l’altro, da una trasformazione della struttura per età della popolazione con un progressivo incremento degli ultra 65enni, che ormai rappresentano circa il 25 per cento della popolazione umbra. Tale fenomeno, oltre a modificare le strutture familiari e ad amplificare la complessità delle dinamiche intergenerazionali, rende necessario un cambiamento nelle attitudini nelle politiche e nelle pratiche a tutti i livelli, in tutti i settori, così da valorizzare l’enorme potenziale rappresentato dall’invecchiamento. Per questo occorre riconfermare e potenziare il welfare pubblico e sostenere le politiche per le famiglie anche attraverso la tutela del potere di acquisto delle persone, sostenere la crescita e l’innovazione dei servizi che si coniughino con i bisogni vecchi e nuovi dei cittadini. Il primo protocollo d’intesa riguarda proprio il diritto alla casa degli anziani.
“La Regione Umbria, – ha sostenuto Vinti – per rispondere in maniera rapida ed efficace alle necessità abitative manifestate, di volta in volta, dalle categorie sociali più disagiate, ha previsto l’erogazione di contributi integrativi del canone di locazione a favore di alcune categorie in condizioni di particolare debolezza sociale, che hanno individuato o sono in procinto di individuare una nuova soluzione alloggiativa in affitto. Tra le categorie si è posta particolare attenzione ai nuclei familiari composti da non più di due persone, delle quali almeno una sia di età superiore ai 65 anni, e/o sia portatore di handicap, con una diminuzione della capacità lavorativa superiore a due terzi. Nonostante gli sforzi fatti, per i prossimi anni ci sarà bisogno di ripensare gli interventi per garantire il diritto alla casa degli anziani autosufficienti, attraverso la concertazione con tutti i soggetti coinvolti, con particolare riferimento alla Regione Umbria e alle organizzazione sindacali”.
Tutto ciò con la prosecuzione degli interventi a sostegno degli affitti dovuti dai conduttori di abitazioni private ultra 65enni attraverso una implementazione delle attuali risorse economiche proprie del bilancio regionale. “La Regione – ha aggiunto Vinti – ha ribadito il suo impegno, per quanto di competenza, affinchè la cedolare secca del 10%, relativa all’Irpef da versare da parte dei locatari sui canoni di locazione concordato al momento in vigore fino al 2017, sia estesa a tutto il territorio regionale ed a legiferare in materia di politiche fiscali e bonus destinati a progetti sulla domotica. Abbiamo anche confermato il sostegno economico e/o abitativo alle famiglie con anziani costrette alla morosità incolpevole ed avvieremo, in collaborazione con ATER Umbria, nei Comuni capofila di ambito, iniziative per l’assistenza agli anziani così da poter dare risposte rapide per particolari esigenze abitative come ad esempio rispetto al fenomeno della “nuda proprietà” al fine di evitare speculazioni da parte delle società immobiliari”.
Il secondo protocollo invece riguarda la realizzazione di programmi condivisi finalizzati al superamento delle barriere architettoniche, attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche che avrà anche il supporto dell’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità.
“Molte volte basta poco per assicurare l’accessibilità, anche con semplici misure di adeguamento per favorire l’accessibilità e migliorare le condizioni di vita di coloro che purtroppo per patologie specifiche, o per anzianità e limiti di reddito, soffrono la propria condizione che li priva di potersi muovere liberamente dentro e fuori la propria abitazione, o ancora di potere mantenere i propri immobili attraverso i consueti interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria. Un aspetto spesso trascurato – ha spiegato Vinti -, è la mancanza all’interno della pianificazione attuativa dei quartieri e spazi pubblici urbani, dell’attenzione alla eliminazione, o meglio ancora, a non creare barriere architettoniche. Ciò si registra spesso non solo nel caso di nuovi insediamenti, ma anche nelle ristrutturazioni dei centri urbani. Da qui la necessità di richiamare l’attenzione verso tutti gli operatori e Regione ed Organizzazioni sindacali hanno pertanto condiviso che in fase di rilascio delle autorizzazioni di opere pubbliche che sono competenza della Pubblica Amministrazione o destinate in spazi esterni all’uso pubblico, ai vari livelli istituzionali, siano previsti gli accorgimenti idonei a superare le barriere architettoniche”.
Altro aspetto è la disapplicazione della Legge 13 del 1989 la quale stabilisce la concessione dei contributi, per la l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati. A giudizio dell’assessore “il contributo statale è stato del tutto irrisorio a fronte del fabbisogno richiesto dai Comuni, tanto che la Regione Umbria, con la propria legge, ha finanziato interventi per circa cinque milioni di euro e nonostante questo forte impegno regionale, il numero delle richieste rimaste da soddisfare sono oltre 1300, corrispondenti ad un fabbisogno economico di oltre 7.200.000 euro. Con le Organizzazioni sindacali dei pensionati abbiamo così condiviso l’impegno che a decorrere dal prossimo triennio siano destinate risorse certe per ridurre almeno del 50 per cento le domande giacenti ad oggi”.
L’impegno della Regione Umbria non si è profuso solo nel finanziare l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati, ma anche nel contribuire alla riduzione del rischio sismico negli edifici privati con ulteriori 4.600.000 euro. Un grande passo in avanti per assicurare la libera circolazione senza barriere, è stato compiuto infine con il programma PAR FSC 2007-2013 per una somma complessiva assegnata ai Comuni di circa 4.500.000 euro, rivolti anche al miglioramento dell’accessibilità dei sistemi urbani ed inoltre l’attribuzione del massimo punteggio ai progetti “su edifici esistenti finalizzati all’eliminazione delle barriere architettoniche”. Positivo il giudizio espresso dai rappresentanti delle Organizzazioni sindacali, in quanto “il diritto alla casa ed il superamento delle barriere architettoniche rappresentano pezzi importanti del sistema welfare umbro. I due protocolli di intesa sono l’inizio di un buon percorso che sicuramente darà frutti per il futuro e nel quale andranno coinvolti a pieno anche l’Anci e dunque i Comuni dell’Umbria”.
La Regione si è impegnata ad informare le Organizzazioni sindacali sui dati relativi agli interventi sin qui realizzati: numero Comuni coinvolti e tipologia di lavoro eseguito. Nell’intesa che riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche, è stato anche coinvolto l’Osservatorio regionale sulla condizione delle persone con disabilità, preposto al monitoraggio ed alla raccolta dei dati la cui conoscenza può essere basilare per le scelte da attuare.