Mercoledì 1° aprile, Mercoledì Santo, l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto, nella Basilica Cattedrale di Spoleto, la Messa Crismale. Questa celebrazione sottolinea l’unità della Chiesa locale raccolta intorno al proprio al Vescovo: erano presenti, infatti, tutti i presbiteri della diocesi di Spoleto-Norcia, i quali hanno rinnovato le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione sacerdotale. Mons. Boccardo durante la Messa ha consacrato gli olii santi che verranno usati nelle parrocchie per la celebrazione dei sacramenti: il Crisma, usato nel Battesimo, nella Cresima e nell’Ordinazione dei preti e dei vescovi; l’Olio dei Catecumeni usato nel Battesimo; l’Olio degli Infermi usato per l’Unzione delle persone sofferenti e malate.
Una preghiera particolare è stata fatta per i sacerdoti tornati alla Casa del Padre nell’ultimo anno: don Giulio Martelli, cpps, don Ezio Campagnani, don Eusebio Severini, don Angelo Corona, don Luciano Nanni e don Giovanni Marchetti. A loro è stato associato il ricordo orante dell’arcivescovo Antonio Ambrosanio, morto esattamente venti anni fa (7 febbraio 1995). Sono stati ricordati anche gli anniversari significativi di alcuni presbiteri: 50 anni di sacerdozio di don Giuliano Medori e dell’agostiniano padre Mario De Santis; 65 anni di don Baldino Ferroni, di don Sante Quintiliani e dell’agostiniano padre Remo Piccolomini; 70 anni di sacerdozio di don Aldo Giovannelli e 79 anni dell’agostiniano padre Luigi Giuliani che quest’anno festeggia 102 anni di età.
Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato ai “suoi” preti che «se il Signore ci manda per questo “oggi” del mondo non mancherà di farci vedere, passo dopo passo, quali strade dobbiamo percorrere e quali scelte dobbiamo operare. È vero – ha proseguito – che non di rado ci domandiamo se i nostri cammini apostolici siano giusti o se siano i più efficaci e se e come debbano essere rinnovati. Ma viene certamente dal Maligno quel senso di confusione o di amarezza o di frustrazione che talora ci agita e ci fa perdere la serenità dell’impegno nel momento presente. Mentre è dono e consolazione dello Spirito la fiducia che il Signore ci sta guidando qui e ora, anche nella nebbia e nella notte, e che sarà lui a correggere e a pilotare i nostri cammini quando li compiamo con fiducia totale nella sua guida e nel suo mandato. Fedeli laici, diaconi, sacerdoti, vescovo: è Cristo stesso che ci domanda di non fondare i nostri progetti parrocchiali e diocesani sulle sole nostre forze, sempre e comunque insufficienti. Tutto ciò che intraprendiamo deve essere fondato sulla fede in Colui che tutto può (cf Fil 4, 13)».
Poi, un passaggio sull’importanza della fraternità tra sacerdoti: «La nostra missione – ha detto l’Arcivescovo – non è impresa personale di qualche eroe solitario o di qualche funzionario competente; essa è piuttosto un frutto della comunione ecclesiale che deve trovare nella comunione nel clero un punto di riferimento simbolico convincente. Non c’è dubbio, infatti, che sono i preti in fraternità visibile tra loro e con il vescovo i primi attori dell’unità della Diocesi. Lo sono per il loro ministero…ma lo sono anche per la loro disponibilità, vissuta generosamente in luoghi e modalità differenti, annunciando lo stesso Vangelo, celebrando gli stessi sacramenti, manifestando la stessa solidale carità per il bene di tutti. Per questa disponibilità – ha concluso mons. Boccardo – per il vostro impegno quotidiano, per la vostra vita donata al servizio di Dio e degli uomini, vi esprimo, cari fratelli sacerdoti, la mia gratitudine personale e quella di tutti i fedeli della Diocesi».