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Usb Terni, duro attacco a sindacati e Governo su riordino Province

Redazione

Usb Terni, duro attacco a sindacati e Governo su riordino Province

"Il Re è nudo", presidio e volantinaggio davanti alla Provincia
Lun, 30/03/2015 - 10:22

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Duro attacco dell’Usb a Cgil, Cisl e Uil sulla questione del riordino delle Province. In una nota stampa l’Unione Sindacale di Base, con l’avvicinarsi del 31 marzo, termine entro il quale “dovranno essere rese pubbliche le dotazioni organiche rideterminate alla luce dei tagli lineari del 50% del Governo”, si chiede che fine faranno i 22.000 dipendenti in soprannumero, prospettando uno scenario disastroso per i dipendenti pubblici. Ecco la nota integrale:

“Sull’onda demagogica e populista alimentata dagli scandali del malaffare, che segnano purtroppo la storia quotidiana della politica e della sua classe dirigente nel nostro Paese, si rendeva necessario dare in pasto all’opinione pubblica, un’azione di attacco agli sprechi ed ai costi della politica. Per questo, ad Aprile 2014 viene approvata la L.56 del provincicidio.

CGIL-CISL-UIL si affannano a spiegare ai cittadini ed ai lavoratori, che è una buona legge e che con il “loro” contributo ci sarà “finalmente” un riassetto più organico e razionale di tutti gli EE.LL ed il presupposto per un intervento ottimale di riorganizzazione della Pubblica Amministrazione. I sindacati concertativi si affannano per tranquillizzare i lavoratori, sbandierando il “famoso” Protocollo siglato con Delrio, nel quale i servizi, le professionalità e l’occupazione sono, a loro avviso, assolutamente garantiti. Il film pensato da CGIL, CISL e UIL inizia però subito a rivelarsi un horror, di fronte alle inadempienze in primis del Governo, che tarda ad emanare i decreti attuativi rallentando, se non rendendo impossibili i percorsi e con la scelta successiva poi di praticare, la “scure” dei feroci tagli e contenimenti della spesa destinata ai servizi pubblici con la Legge di Stabilità.

In questi ultimi tempi, i lavoratori delle Province e Città Metropolitane si sono visti tagliare i già magri salari per fare cassa, hanno dovuto assistere ad operazioni finanziarie a dir poco ardite per far tornare i conti, hanno visto i propri Enti dichiarare il dissesto. Dove va peggio i lavoratori subiscono la mancata erogazione dei salari da mesi, vedono perdere il proprio impiego a colleghi precari storici e ad altri degli appalti e partecipate, nel silenzio assordante degli organi di informazione, come fossero lavoratori di serie “B”!

E’ prossima la data del 31 marzo, data famigerata e temuta dai lavoratori delle Province e Città Metropolitane, entro la quale dovranno essere rese pubbliche le dotazioni organiche rideterminate alla luce dei tagli lineari del 50% imposti dal Governo, da cui scaturiranno gli ormai noti 22.000 lavoratori in soprannumero, che andranno ad ingrassare le liste di mobilità. Solo USB ha contrastato con tutti i mezzi possibili questo drammatico scenario e questa deriva con scioperi e mobilitazioni, denunciando da subito, il tentativo di tagliare i pubblici servizi, tramite il taglio del personale per chiudere, privatizzare, rendere inefficienti servizi pubblici essenziali, attaccando in tal modo gli stessi diritti di cittadinanza.

Il 31 Marzo, diventerà data storica ed infausta per tutti i dipendenti pubblici. Per la prima volta nella storia del nostro Paese, gli interventi governativi nella Pubblica Amministrazione, non genereranno nuovi servizi o riorganizzazioni, ma produrranno perdita occupazionale e la messa in discussione di servizi essenziali per i territori.

Le richieste dell’Usb:
1) che nelle Leggi Regionali per il riordino delle funzioni, sia contemplata la relazione tecnico finanziaria dalla quale si evinca con chiarezza, che le Regioni si fanno carico di tutti i lavoratori e le lavoratrici attualmente assegnati alle deleghe per servizi e funzioni che verranno ricollocate presso le stesse (la Regione Toscana lo ha fatto);

2) che il Governo garantisca i giusti trasferimenti economici per le funzioni proprie degli Enti di Area Vasta, così come contemplate dalla Legge 56/2014 compresa, ovviamente, la sostenibilità finanziaria per il personale attualmente impiegato per assolverle;

3) che le Regioni garantiscano i trasferimenti necessari per i servizi e le funzioni riallocate presso gli Enti di Area Vasta, compresa la presa in carico dei costi di tutto il personale che è attualmente ad essi assegnato, garantendone il funzionamento ed il livello dei servizi. Per quanto riguarda le partite così dette “neutralizzate”, quali i Centri per l’Impiego e la Polizia Locale, il Governo, o per suo conto le Regioni, DEVONO garantire le risorse finanziarie necessarie per la sostenibilità dei servizi ai cittadini, nonché per tutto il personale attualmente impiegato, in attesa della definizione a livello legislativo, degli interventi, che il Governo intenderà adottare sull’Agenzia Nazionale (o Regionale) per le politiche del lavoro e per la Polizia Locale.

L’USB rigetta la politica “del cerino” ed il vigliacco tentativo di “spalmare” i tagli imposti dalla Legge di Stabilità a danno dell’occupazione, della qualità e sostenibilità dei servizi per i territori. L’USB ricorda ancora, che l’operazione sulle Province è nata per le esigenze della politica di cavalcare il taglio degli sprechi e dei costi della casta, per difendersi da un quadro vergognoso che caratterizza il suo agire nel nostro Paese, nel quale la corruzione, gli sprechi ed i privilegi sono invece rimasti indenni ed anzi sono paradossalmente aumentati! L’USB, dato il quadro drammatico determinato dalle scelte scellerate ed inconsulte di una politica miope, ritiene che le Province e le Città Metropolitane devono attivare da subito percorsi di partecipazione e condivisione per la definizione delle nuove dotazioni organiche, del nuovo quadro dei servizi alla cittadinanza, con il pieno coinvolgimento delle Rappresentanze dei lavoratori (R.S.U.).

Dobbiamo scardinare la strategia che, per meri interessi di ordine politico ed elettorale (diverse sono le regioni che vanno al voto) e per inadempienze e ritardi estranei agli interessi dei lavoratori e dei cittadini, si prospetti un pericoloso slittamento dei tempi (settembre/ottobre) appesantendo un quadro già drammatico con all’orizzonte il default totale, finanziario, organizzativo e gestionale di servizi essenziali per la cittadinanza, con ricadute drammatiche sui livelli occupazionali e salariali. L’USB ritiene inoltre che i lavoratori si debbano mobilitare e prendere coscienza dei continui e reiterati ostacoli, che si oppongono al “famigerato” quanto aleatorio percorso di ricollocazione degli esuberi delle Province, percorso che si scontra con l’indisponibilità della politica di “cedere” sul fronte della gestione delle politiche assunzionali, da sempre fonte primaria e privilegiata del consociativismo e clientelismo.
Seguiteremo a mettere in campo azione e rivendicazione, con una lettera aperta inviata al Presidente della Repubblica Mattarella, nella quale denunceremo lo smembramento dell’ossatura amministrativa dello Stato a colpi di decretazione d’urgenza e di fiducia in Parlamento. Ai Presidenti delle Province chiederemo un atto di responsabilità politica e presa in carico concreta della situazione degli Enti, anche con la scelta di fuoriuscire dal Patto di Stabilità”.

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