Maltempo in Umbria, l’inverno non si placa. A seguito dell’avviso di condizioni meteorologiche avverse emesso dal Dipartimento della Protezione Civile si prevede per l’Umbria, per la giornata di oggi 6 marzo 2015 e per le successive 24/36 ore, venti forti dai quadranti settentrionali. Precipitazioni diffuse anche a carattere di rovescio o temporale di forte intensità con frequente attività elettrica e forti raffiche di vento. Nevicate a quote superiori ai 400/500 metri con accumuli al suolo moderati o localmente abbondanti.
Il bollettino – Il centro Funzionale Decentrato di Protezione Civile della Regione Umbria ha diramato per oggi – venerdì 6 marzo – un bollettino di criticità regionale con il quale ribadisce per l’Umbria criticità “ordinaria”- colore giallo- sui tutti i settori, per rischio vento.
Il Soccorso Alpino Speleologico, a seguito delle abbondanti nevicate e delle condizioni climatiche di questi giorni, invita alla massima prudenza scialpinisti, ciaspolatori e quanti altri si rechino a camminare fuori pista nelle zone della dorsale dell’Appennino umbro-marchigiano, in particolare nelle zone dei monti Cucco, Catria e Nerone, Sibillini e dei Monti della Laga con pericolo valanghe grado 3 = RISCHIO MARCATO su una scala di 5.
Su tutta l’area interessata, a causa delle consistenti nevicate e della presenza di forte vento si sono creati grossi accumuli di neve lungo le creste. Non si escludono per questo motivo distacchi anche spontanei, come quelli già avvenuti nella settimana appena trascorsa. Si invita pertanto alla massima prudenza e ad evitare pendii ripidi, specie in presenza di importanti spessori di neve fresca mobilizzabile non assestata e consolidata o in presenza dei nuovi importanti accumuli di neve ventata nei versanti sottocresta, conche, canaloni, cambi di pendenza o radure ripide all’interno di zone boscate in ombra interessate dai recenti accumuli di neve trasportata dal vento.
Ecco il decaologo da seguire
- Indossare l’ ARTVA e controllarne il funzionamento prima di iniziare l’attività.
- Muoversi il più possibile lungo le creste e le dorsali, utilizzando i punti sicuri del terreno, come le rocce, gli alberi, i tratti pianeggianti.
- Evitare le zone sottovento e/o dominate da cornici di neve.
- I pendii aperti ed uniformi, o quelli che presentano bruschi cambi di pendenza, sono da considerarsi sospetti.
- In caso di manto nevoso instabile, non avventurarsi su pendii con inclinazione superiore a 30 gradi.
- Evitare l’attraversamento (taglio) di pendii aperti.
- Quando non c’è modo di evitare l’attraversamento, il pendio deve essere tagliato il più in alto possibile mantenendo un adeguata distanza tra i componenti del gruppo.
- La salita e discesa di un canalone deve avvenire sempre verticalmente e lungo i margini.
- Evitare assolutamente l’attraversamento di zone che confluiscono in crepacci, salti di roccia, pietraie affioranti o altre insidie.
10.Le vecchie tracce non sono indice di sicurezza, in quanto nel frattempo la situazione può essere mutata. Anche le tracce di animali non danno garanzie.