L’amore è bello finchè dura, poi arrivano gli avvocati e le aule di tribunale. In questa vicenda però c’è anche lo zampino della tecnologia. Tutto inizia quando un uomo e una donna scoprono reciproca attrazione su internet, la relazione prende corpo, o meglio “rete”, e lei cede alle richieste di lui di farsi riprendere da una webcam in atteggiamenti a dir poco osé. Poi i due si lasciano e lei teme, e qui c’è la prima distinzione tra tesi di accusa e difesa, che le immagini siano state registrate a sua insaputa e che lui le divulghi.
Lei quindi si rivolge alla polizia sostenendo anche di aver ricevuto un link via mail che rimandava a quel video già caricato su youtube e però ancora mantenuto privato, sarebbe quindi bastato solo premere un tasto per renderlo visibile a chiunque. Lei sostiene anche che lui l’avrebbe ricattata chiedendo indietro 2 mila euro dati in prestito in cambio della distruzione del video. E si arriva alle ultime ore quando la vicenda è arrivata nelle aule di via XIV settembre davanti al giudice Cenci e sostenuta dal pm Favasuli. Ma la difesa è agguerrita, l’avvocato Libori, sostiene che manchi la prova dell’esistenza dell’invio di questo link e che nella denuncia depositata non vi era nessun riferimento a minacce o tentata estorsione. Vedremo nelle prossime udienze, intanto il giudice ha disposto una perizia di carattere tecnico.