Il lago Trasimeno si conferma zona umida di “importanza internazionale”. Lo dicono i dati in possesso degli ornitologi che la settimana scorsa hanno compiuto i rilievi per il 28° censimento internazionale degli uccelli acquatici. Otto esperti, messi a disposizione da Oasi “La Valle” di San Savino, Regione Umbria e Provincia di Perugia, tra il 12 e il 18 gennaio, hanno monitorato in maniera capillare l’intero specchio lacustre, al fine di censire gli uccelli acquatici svernanti.
Si tratta di un’iniziativa che, partita nel 1988 per poche specie e poi dal 2005 rivolta a tutte le specie presenti e svolta nell’ambito del programma Western Paleartic and West Asian Waterbird Census, in Italia è coordinata dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca sull’Ambiente) e a livello internazionale da Wetlands International, organizzazione che collabora attivamente con il Segretariato della Convenzione di Ramsar. Secondo i dati resi noti oggi, dal censimento 2015 è risultato che il Trasimeno viene scelto per lo svernamento da 32 specie di uccelli, per un totale di 19.682 individui (circa 3.000 in più di quelli rilevati lo scorso anno). Anche se, a detta degli ornitologi che hanno preso parte al censimento, Francesco Velatta e Maddalena Chiappini, si tratta senz’altro di un dato sottostimato, soprattutto per specie quali la gallinella d’acqua e il porciglione che, frequentando abitualmente il folto della vegetazione ripariale, sono difficilmente osservabili con la metodica ammessa, ovvero l’osservazione “a vista” (ad occhio nudo o con il semplice ausilio del cannocchiale).
Le specie più abbondanti risultano essere il moriglione (con 7.604 individui censiti), la folaga (3.775 individui), lo svasso maggiore (2.105). Ma, a detta degli esperti, il lago umbro si distingue per la presenza di tre specie particolarmente rare e minacciate: il falco pescatore (un individuo avvistato), il marangone minore (un individuo avvistato e per la prima volta in questa stagione) e la moretta tabaccata, di cui si contano oltre 100 individui, tanto da conferire al Trasimeno il titolo di zona umida di importanza internazionale per questa specie. Nonostante il nostro lago continui ad essere una zona umida di rilievo, va però detto che in esso si assiste ad una sensibile diminuzione del numero di uccelli acquatici svernanti. “Prendendo in considerazione il solo periodo 2005-2015 (quello nel quale tutte le specie sono state oggetto di censimento) – fanno notare gli esperti – si è osservato un vistoso calo dell’ordine di qualche decina di migliaia di individui, verosimilmente riconducibile all’incremento dei livelli idrici, che in altri ambiti produce innegabilmente effetti positivi”. E’ stata infatti evidenziata una correlazione inversa fra il livello dell’acqua e il numero di uccelli censiti. In particolare, a risentire in negativo dell’innalzamento di livello delle acque, sembrano essere specie quali tuffetto, garzetta, fischione, canapiglia, alzavola, germano reale, anatre di superficie nel loro complesso, moretta tabaccata, folaga. I rilievi della settimana scorsa hanno interessato l’intero perimetro lacuale ed anche le zone interne del lago, oltre alle tre isole. Suddivisi in quattro squadre, gli ornitologi (Chiappini, Bencivenga, Bonomi, Lombardi, Muzzatti, Agnelli, Velatta e Convito) hanno effettuato osservazioni da una serie di punti privilegiati, quali la stessa Oasi, Puntabella, Punta Navaccia, i pontili di Borghetto, Tuoro, Passignano, Torricella, Monte del Lago, San Feliciano, Panicarola e Castiglione del Lago.