Dopo il Colosseo, l’Arco Etrsuco di Perugia: è l’imponente monumento che si affaccia su Piazza Grimana a essere stato definito il secondo restauro di un bene storico e artistico realizzato con i soldi di un mecenate privato. Chiamato anche Arco di Augusto, monumentale porta che domina la prima cinta muraria di Perugia, è stato riconsegnato alla cittadinanza festante, con il sindaco Romizi e chi ha voluto e finanziato tale meraviglia, ossia il Mecenato patron del cashmere, Brunello Cucinelli, il quale ha interamente finanziato il maquillage, costato 1,3 milioni e durato più di due anni. Presente anche l’ex sindaco di perugia, Wladimiro Boccali, che nella precedente legislatura volle fortemente la realizzazione del restauro.
L’arco rappresenta un simbolo ancora possente di quella che fu una fiorente città della Dodecapoli che occupava larga parte dell’Italia centrale. Prima il taglio del nastro, con la banda musicale che suonato l’Inno di Mameli, poi una cerimonia a Palazzo dei Priori, durante la quale il sindaco, Andrea Romizi,
ha consegnato a Cucinelli i sigilli della città “per una generosità – ha detto il sindaco – che va letta prima di tutto come un atto d’amore per Perugia“.
Alla manifestazione, coordinata da Giuliano Giubilei, vice direttore del Tg3, ha partecipato anche il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni. Presenti la presidente della Regione, Catiuscia Marini, il prefetto Antonella De Miro, i vertici degli organi periferici del Mibact: il direttore regionale Scoppola ed i soprintendenti Di Bene e Pagano. In sala anche esponenti delle istituzioni, della politica, della cultura e dell’economia.
Per l’occasione è stato emesso un annullo filatelico e sono state forgiate monete con l’Arco e l’effige dell’imperatore Augusto.
Per Cucinelli, “se oggi ci fosse qui l’imperatore Augusto, direbbe grazie a tutti“. L’Arco etrusco è in effetti il monumento più imponente pervenuto fino a noi dalla Perugia antica, che pure di tracce etrusche è ricca. Tecnicamente, è una delle porte principali che si aprono nella cinta muraria della città, vecchia di ben oltre due millenni. Rivolta verso nord, è costruita con volta a tutto sesto, con duplice ghiera di conci. Sopra l’arco corre un fregio a rilievo con pilastrini scanalati, capitelli del tipo ionico-italico e scudi. Le iscrizioni sull’arco “Augusta Perusia” e “Colonia Vibia” furono aggiunte in età romana: la prima dopo l’incendio di Perugia del 40 a.C. a seguito della conquista della città da parte dell’imperatore Augusto, di cui rimangono estese tracce sulla superficie di molti blocchi; la seconda dall’Imperatore di origini umbre Vibio Treboniano Gallo (251-253 d.C.). Il restauro ha messo in evidenza tracce di colore rosso nelle lettere di Augusta Perusia, che così era visibile anche da lontano. La porta è fiancheggiata da due enormi torri di forma trapezoidale.
L’intervento ha interessato la porta e i bastioni, per un totale di circa 1.400 metri quadrati, esclusi il retro prospetto e il sottarco, già oggetto di un primo stralcio di lavori realizzato nel 2012. Le indagini strutturali hanno portato alla esclusione di dissesti in atto ed a una diagnosi rassicurante sullo stato di conservazione dell’arco, il che ha evitato qualsiasi intervento di consolidamento statico. Il restauro, comprendente la rimozione della vegetazione infestante, la pulitura delle superfici con varie tecniche appositamente testate, la rimozione dei depositi dovuti ad agenti inquinanti, le stuccature e le integrazioni delle lacune, si configura, essenzialmente, come una operazione di manutenzione straordinaria che ha migliorato sia la conservazione del monumento sia il suo aspetto, senza modificarne sostanzialmente l’immagine storica consolidata nel tempo.
L’intervento vero e proprio è stato preceduto da una accurata ricognizione e analisi dello stato del monumento, anche con l’impiego di tecniche innovative. Il progetto di restauro è stato elaborato dal Comune di Perugia e dal ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo con i suoi organi periferici.
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