“Non menzionare Foligno nella brochure promozionale della Regione Umbria, diffusa al Salone del Gusto di Torino, è un fatto assurdo e inaccettabile, che dimostra una totale mancanza di conoscenza del territorio regionale e una scarsa sensibilità verso le identità e le risorse che è in grado di esprimere”.
E’ quanto afferma il consigliere regionale del Partito Democratico Luca Barberini, che sulla vicenda nnuncia anche un’interrogazione alla giunta regionale “per chiarire contorni e responsabilità di una scelta paradossale, che ha portato alla realizzazione di un prodotto che, certamente, non rappresenta in maniera adeguata tutta la regione, visto che dimentica pezzi importanti di territorio, di storia e di risorse sulla cui valorizzazione stanno lavorando, da tempo, sia amministrazioni pubbliche sia soggetti privati”.
Secondo Barberini infatti “escludere una realtà come Foligno, le sue numerose iniziative culturali e i suoi preziosi gioielli architettonici e ambientali da uno strumento di promozione turistica così importante significa portare avanti un preciso, quanto assurdo, disegno di valorizzazione del territorio regionale limitato soltanto ad alcune zone, con tanti saluti alla programmazione integrata e alla necessità di lanciare il ‘Brand Umbria’ come opportunità strategica di sviluppo e di affermazione della nostra regione nel panorama turistico nazionale e internazionale”.
“Forse – ha evidenziato Barberini – chi ha compilato quella brochure non è mai stato a Foligno, né è minimamente informato su quanto, soprattutto negli ultimi tempi, la città abbia lavorato per promuovere le tante risorse che in grado di esprimere, puntando in particolare su cultura, turismo ed enogastronomia come fattori primari per la crescita economica e sociale della comunità. Come dimenticare, a tale proposito, il clamoroso successo registrato dalla mostra dedicata alla Madonna di Foligno di Raffaello, riportata a in città dopo due secoli? Gli ideatori di questa pubblicazione sono inoltre rimasti fermi ad anni fa, visto che l’unico riferimento fatto alla città è, peraltro, palesemente sbagliato poiché Angela da Foligno, una delle più grandi mitiche di tutti i tempi, non è più beata ma santa: farebbero bene ad aggiornarsi prima di fa circolare notizie parziali ed errate, mortificando orgoglio e identità di un’intera città”.
“Qualunque siano le ragioni di questa grave vicenda – ha concluso Barberini – va affermato con decisione che chi ha fatto scelte del genere non può continuare a gestire iniziative così rilevanti per l’immagine dell’Umbria: la Regione e la città di Foligno non possono più tollerarlo, anche perché i soggetti che svolgono tali attività sono continuamente sostenuti e finanziati con rilevanti risorse pubbliche la cui utilità, visti i risultati, va a questo punto dimostrata”.