Dopo neppure una settimana dalla Giornata Europea dei Trapianti, svoltasi a Roma, presente anche una delegazione dell’Umbria, l’equipe multidisciplinare dell’Azienda Ospedaliera di Perugia ha gestito quattro trapianti di rene, con una intensa attività che ha tenuto impegnati oltre 30 operatori sanitari.” Si è trattato di coordinare la donazione e il trapianto a quattro pazienti in attesa da tempo di ricevere un organo che gli cambierà la vita –riferisce attraverso l’ufficio stampa del S. Maria della Misericordia il Dr Atanassios Dovas, responsabile del coordinamento trapianti dell’Umbria-.
Il caso più urgente affrontato dai professionisti perugini ha riguardato una giovane donna residente in provincia di Perugia , il cui caso era stato valutato della massima urgenza nazionale, visto che si erano ridotte le possibilità di proseguire la dialisi per la concomitanza di altre patologie. Il rene compatibile è arrivato sabato da un donatore attraverso un Ospedale di Torino, con trasporto effettuato grazie ad una staffetta : dapprima utilizzando un volo di linea Torino- Roma e poi una autoambulanza partita a da Perugia.
Scattata l’emergenza, è stato attivato dal Dr Dovas lo staff chirurgico e del Centro Trapianti d Reni che ha eseguito il quarto intervento di trapianto nel fine settimana . Il controllo della compatibilità dell’organo, si stato eseguito dai Dr Mauro Marchesi e Paola Girardi del Laboratorio di Immunogenetica, e subito dopo sono iniziate le operazioni di trapianto, durate oltre 4 ore, ed effettuato dall’equipe composta dai Dr. Paolo Baccari, Massimo Lenti, Francesco De Santis, Adolfo Petrina e Francesco Pensi, con il supporto anestesiologico del Dr Massimo Carria.
Gli altri tre trapianti hanno riguardato tre pazienti umbri( di anni 64, 58 e 52 anni ), in lista d’attesa da alcuni anni, che hanno ricevuto l’organo grazie ad una donazione, segnalata dal Reparto di Rianimazione del S. Maria della Misericordia e da un Ospedale di Roma.
A distanza di 72 ore dagli interventi eseguiti, il bollettino medico riferisce di “condizioni stabili per tutti i pazienti” ed i medici esprimono un cauto ottimismo, anche in considerazione del fatto che è stata accertata la vascolarizzazione dei reni trapiantati.