La 47esima edizione del Festival delle Nazioni si chiuderà stasera sulle note di Spartacus, la celebre Suite di Aram Khačaturjan. Ad eseguirla sarà l’Orchestra della Toscana diretta da Eduard Topchjan che, nella prima parte della serata, guiderà anche il pianista Benedetto Lupo nel celeberrimo Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Sergej Rachmaninov. Il direttore armeno, dopo aver inaugurato la manifestazione, avrà anche l’onore di chiuderla. L’appuntamento è alle ore 21 nella Chiesa di San Domenico a Città di Castello.
Ispirato alla storia romanzata del gladiatore frigio, Spartacus è uno dei capolavori di Khačaturjan scritti per la danza, dal quale il compositore di Tbilisi ricavò ben quattro suite e tre quadri sinfonici. Insieme a Gajaneh con la sua “Danza delle spade”, anche Spartacus è diventato una delle pagine più amate e frequentate del repertorio armeno, con il suo mix di elementi della tradizione popolare e della cultura occidentale, combinati insieme da una brillante orchestrazione. La musica di Spartacus valse a Khačaturjan il massimo riconoscimento sovietico: il Premio Lenin.
A Spartacus il programma del concerto dell’Orchestra della Toscana accosta Rachmaninov, uno degli autori russi con il quale più spesso viene messo a confronto Khačaturjan. Del compositore-concertista è in programma il noto Rach2, l’immancabile capolavoro presente nel repertorio dei più acclamati pianisti di oggi, immancabile proprio per la sua capacità di combinare un virtuosismo al limite delle possibilità esecutive con apici di enfasi e lirismo nel solco della migliore tradizione ciaikovskiana.
Fondata nel 1980, l’Orchestra della Toscana ha sede al Teatro Verdi di Firenze e oggi è considerata una tra le migliori in Italia. È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti applauditi nei più importanti teatri italiani come il Teatro alla Scala, l’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dall’Auditorio Nacional de Musica di Madrid alla Carnegie Hall di New York. La sua storia artistica è segnata dalla presenza di musicisti illustri, primo fra tutti Luciano Berio. Interprete duttile di un ampio repertorio, l’Orchestra ha da sempre riservato ampio spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi, sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Presidente dell’O.R.T. è Claudio Martini, direttore Artistico Giorgio Battistelli, direttore principale Daniel Kawka, e direttore ospite principale Daniele Rustioni.