E’ stato illustrato oggi in conferenza stampa da Catiuscia Marini e Emilio Duca e ha l’obiettivo di governare la crescente domanda di prestazioni sanitarie che porta all’aumento di liste e tempi di attesa. E’ il nuovo piano sanitario regionale e ha il compito individuare il “reale bisogno di salute in Umbria riducendo l’inappropriatezza, così da garantire i livelli essenziali di assistenza a tutti gli assistiti, in tempi adeguati, il Piano straordinario per il contenimento delle liste di attesa approvato dalla Regione in accordo con le Aziende sanitarie e le organizzazioni sindacali di categoria2.
La sfida – E’ “una sfida molto alta”, quella intrapresa dalla giunta regionale con il piano straordinario per ridurre le liste d’attesa del sistema sanitario umbro: lo ha ribadito la presidente della Regione, Catiuscia Marini, presentando stamani a Palazzo Donini il piano in questione, insieme al direttore della sanità umbra, Emilio Duca. Una “sfida” che riguarda anche il resto delle regioni italiane e che comunque “è fortemente sostenibile – ha tenuto a ribadire Marini – dal punto di vista delle risorse che vi verranno impegnate, visto che il nostro sistema sanitario è molto sano anche sotto questo profilo. Quello delle liste d’attesa è forse l’unico elemento verso il quale si accentra l’insoddisfazione dei cittadini. Ed è anche per questo motivo che uno degli obiettivi del piano è ridurre ad un massimo di 30 giorni i tempi del primo accesso alla prestazione sanitaria richiesta”.
Dal piano in questione, e dopo il varo dei piani attuativi da parte delle singole aziende sanitarie, Marini si attende un “impatto positivo immediato” sul problema liste d’attesa, “in un sistema sanitario, come quello umbro, che ogni anno fornisce, esclusi i milioni di esami di laboratorio, almeno sette o otto milioni di prestazioni”. Riguardo alla auspicata riduzione dell’inappropriatezza delle prestazioni sanitarie, la presidente umbra ha parlato di un “ricorso eccessivo ad esami ed altro come azione difensiva, al solo scopo di mettere insieme un fascicolo sanitario su un determinato caso”.
Il piano – Il piano prevede l’allungamento dell’orario di utilizzo delle strutture diagnostiche; operatività delle stesse strutture estesa anche al sabato ed alla domenica; il ‘recalling’ automatico dei cittadini che hanno effettuato una prenotazione sia come occasione per ricordare l’appuntamento fissato, sia eventualmente per il suo annullamento; un numero telefonico unico per le disdette; maggiore coinvolgimento ed utilizzo delle strutture private – nell’esclusivo ambito regionale – convenzionate con il servizio sanitario pubblico, mentre è già operativo l’accordo con Poste Italiane per il pagamento on-line di tutte le tariffe per prestazioni prenotate tramite Cup.
Le modalità – Molta importanza, per il buon esito del piano, la presidente della giunta umbra la attribuisce sia all’estensione dell’orario in cui erogare prestazioni alle 22 (“Molti macchinari – ha detto – di pomeriggio risultano spenti”) ed anche al sabato e domenica mattina, sia a meccanismi come l’over-booking (con un 15% in più di prestazione da assicurare entro i limiti di tempo previsti per la lista ordinaria) ed il re-calling (un richiamo telefonico, due o tre giorni prima della data della prestazione, per farsela confermare o meno da chi l’ha prenotata: in Umbria il 15% non si presenta). Le Aziende Usl e ospedaliere della regione dovranno produrre in attuazione del piano approvato dalla Regione entro il 10 settembre i propri Piani attuativi aziendali, delineando specifiche azioni di intervento nell’ambito di quattro aree relative alla domanda di prestazioni sanitarie, identificando i reali bisogni di salute; all’offerta di prestazioni sanitarie, rispondendo ai bisogni di salute; ai sistemi di monitoraggio, controllo e valutazione e alla informazione e comunicazione ai cittadini e agli operatori del servizio sanitario regionale.
In particolare, per quanto riguarda la domanda di prestazioni sanitarie, identificando i reali bisogni di salute. Viene rafforzata l’applicazione dei Raggruppamenti di attesa omogenei, Rao alle prestazioni di primo accesso, garantendo l’esecuzione tempestiva delle prestazioni obiettivamente prioritarie per importanza ed urgenza, in base al bisogno clinico rilevato, già applicata in passato per alcune prestazioni critiche.
Le classi di priorità d’accesso previste nella regione sono “U” (urgenza differibile prestazione da erogare entro tre giorni), “B” (entro 10), “D” (entro 30-60 giorni), “P” (prestazione programmata). Per le prestazioni specialistiche critiche e con alto impatto economico in termini di risorse impiegate, vanno introdotte (oltre ai Rap) indicazioni prioritarie. Per la Diagnostica per immagini, nelle Tc e Rm vanno previste condizioni di erogabilità; va previsto una graduale eliminazione dalle agende della classe di priorita’ “P” considerato che dai monitoraggi si rileva che in questa fascia si riscontrano per il 90% prestazioni di secondo accesso e follow up; in merito all’offerta di prestazioni sanitarie, rispondendo ai bisogni di salute.
L’approvazione – “In Umbria – ha affermato la presidente – abbiamo un modello di governance della sanità che per efficienza, qualità e sostenibilità economica rappresenta una eccellenza nel Paese”. Tra i nodi da risolvere restava quello delle liste d’attesa per alcune prestazioni sanitarie, soprattutto quelle diagnostiche e di specialistica. “Con il Piano – ha detto Marini – intendiamo abbattere questi tempi al fine di offrire, anche in questo settore, un servizio più coerente con i bisogni di salute dei cittadini che in ogni caso hanno comunque un elevatissimo livello di fiducia nella qualità e affidabilità complessiva della sanità regionale.
Con questo piano – ha aggiunto – intendiamo mettere a punto un nostro a modello’, una sperimentazione su scala regionale che potrebbe rappresentare anche una buona pratica per le altre regioni. Tra gli obiettivi che ci siamo posti anche quello di ricondurre entro il limite massimo di 30 giorni il tempo di attesa per il primo accesso alle prestazioni”.
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