A Umbria Jazz, Santa Giuliana sold out per Natalie Cole e Fiorella Mannoia - Tuttoggi.info

A Umbria Jazz, Santa Giuliana sold out per Natalie Cole e Fiorella Mannoia

Carlo Vantaggioli

A Umbria Jazz, Santa Giuliana sold out per Natalie Cole e Fiorella Mannoia

In 5mila ad applaudire ballare e cantare con due "signore" della musica/Quando essere figli d'arte non sempre è un vantaggio
Sab, 19/07/2014 - 14:55

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(Carlo Vantaggioli)– Ieri sera, 18 luglio, all’Arena Santa Giuliana in scena un duello di voci tutto al femminile tra due importanti artiste come Natalie Cole e Fiorella Mannoia, e dove la differenza tra il prodotto ben confezionato e la sua esecuzione è stata talmente evidente che il pubblico accorso in numero strepitoso (circa 5mila presenze, forse solo Sting e Prince nelle ultime edizioni hanno fatto appena meglio), ha immediatamente colto il senso della cosa, sottolineandolo con una diversa partecipazione per ognuna  delle due cantanti.

Nelle famiglie di geni musicali o artistici le successioni tra padri e figli ci hanno sempre procurato una certa ansia. A volte le cose addirittura migliorano nel passaggio dagli augusti genitori alla discendenza, mentre non è infrequente che la transizione finisca malissimo. E’ sempre più evidente che il successo non gode della proprietà transitiva, nemmeno a volerlo somministrare con le flebo.
Natalie Cole ha avuto una vita personale complessa che ha fortemente influenzato la sua carriera musicale, che per inciso era iniziata splendidamente con la vincita nel 1975 di un Grammy Award “pesantissimo” nella sezione R&B (Rhythm & Blues ndr.) che interrompeva la sequenza consecutiva di vincite fatte da una certa signora di nome Arteha Franklin (duravano dal 1968 nientemeno). Poco dopo il grande successo internazionale, per la figlia del sublime Nat “King” Cole inizia la peregrinazione nel mondo della droga che durerà fino al 1985 anno in cui, con l’album del ritorno Everlasting, vincerà moltissimi riconoscimenti e venderà 2 milioni di copie. Nel 1991 la consacrazione ufficiale con il famoso Unforgettable…with love da cui fu tratto il celebre duetto Unforgettable sovrainciso e montato in doppio con le immagini del cotanto padre, Nat.
Una presenza che non si è mai capito fino a che punto fosse ingombrante o quanto ispiratrice, considerato che all’epoca la Cole aveva una voce ancora morbida ed adattissima per un certo tipo di canto che oggi definiremmo Smooth Jazz.
La sensazione è che da quel contesto, Natalie Cole non sia mai uscita definitivamente, considerato che anche nel concerto di ieri sera, in quello che dovrebbe essere il tempio della novità musicale, compositiva e della performance tecnica, il “prodotto” targato Cole è apparso scontato seppure suonato magnificamente, ma solidamente imperniato su standard di papà Nat o di grandi altri autori. Un intrattenimento di lusso, come una volta si faceva nei casinò di Las Vegas dove il pubblico si azzuffava a suon di verdoni per applaudire i grandi cantanti. Con la differenza che un Frank Sinatra qualsiasi almeno cantava le cose scritte apposta per lui. A proposito di Sinatra, la Cole ha duettato anche con lui e su brani del grande Frank. Ovviamente!
Le reazioni del pubblico in platea e sulle gradinate sono molto più evidenti quando sugli schermi compare quell’elegantone di Nat “King” Cole piuttosto che per la prestazione della figlia che oggi, a 64 anni, ha perso innegabilmente parte del suo smalto vocale, che da caldo si è trasformato in un misto di asprezze di gola e impalpabili note di testa. Piuttosto inespressiva sul palco, seppure eterea e fascinosa in un vestito lungo completamente bianco, Natalie Cole ha offerto un sussulto di classe solo quando la band si è messa a suonare ritmi molto più danzerecci e la platea si è mossa con piacere, come qualche avventore che si è scatenato in passi di danza improvvisati. Motivo per cui è stato richiesto un Bis, concesso volentieri dall’artista

GUARDA IL VIDEO DI NATALIE COLE A UJ14

E’ figlia di artista anche Fiorella Mannoia, il cui papà Luigi, siciliano verace, era un famoso cascatore cinematografico (stuntman per chi ama gli anglismi o controfigura in gergo tecnico). Fiorella con i fratelli, sin da giovanissima, inizia la stessa professione del padre. Un mondo , quello dei cascatori, fatto di fatica, sudore, polvere, acciaccature e a volte anche incidenti. Un mondo che necessariamente tempra corpo e spirito. E Fiorella Mannoia ne è un risultato evidente. Ancora oggi che ha da poco compiuto 60 anni, è di una bellezza aristocratica, rinascimentale e seducente, con gli inconfondibili ricci color rame che le cadono sulle spalle e con la stessa voce potente, rotonda e senza incrinature che ne ha decretato il successo artistico.
Di lei molti preferiscono la sua vena interpretativa, molti altri invece ne apprezzano la figura di artista impegnata pubblicamente in mille battaglie sociali e politiche, ed ultimamente molti fan iniziano ad apprezzarne anche la vena compositiva iniziata nella fase matura della sua carriera artistica. La Mannoia ha cantato per tutti e con tutti i più grandi e l’elenco sarebbe davvero lungo. Ha vinto premi e riconoscimenti ed è anche stata nominata recentemente Ufficiale al Merito della Repubblica italiana.
Ma il suo approccio, quasi benedettino, al lavoro di artista è lo stesso, immutabile e riconoscibile anche sul palco, quando si concede a dialoghi molto “caldi” con il pubblico, come nella serata di ieri al Santa Giuliana. Il pubblico di Perugia è chiaramente tutto li per lei e glielo dimostra cantando a voce alta tanti dei pezzi che la cantante offre in uno spettacolo studiato apposta per Perugia e dedicato a Lucio Dalla, al Brasile e naturalmente al Jazz, con ospiti d’onore, il pianista Danilo Rea e il trombettista Fabrizio Bosso.
Il concerto inizia infatti con Rea che accompagna la Mannoia in una serie di pezzi intimi e profondi come ad esempio A che sarà di Chico Buarque de Hollanda, o Caruso di Lucio Dalla riarrangiate magnificamente da Rea e interpretate con un pathos indiscutibile dalla Mannoia. Nella loro “monacale” semplicità, esecuzioni di una bellezza preziosa.
E il tenore della cosa non cambia nemmeno quando il concerto si trasforma in qualcosa di più complesso con la band in scena, musicisti perfetti che onorano la tradizione musicale italiana. Tanti i pezzi conosciuti e tanti gli omaggi della Mannoia ad amici artisti come quando canta Cercami di Renato Zero, che nella sua interpretazione diventa davvero una canzone nuova. Preziosi e misurati gli interventi alla tromba di Fabrizio Bosso, che riceve applausi calorosi dalla platea di UJ14.
Non manca anche la chiacchierata con il pubblico sulla situazione dell’immigrazione in questo nostro Sud dell’Europa, con le considerazioni della cantante che ha solide certezze su come le cose andranno a finire, “facciamocene una ragione, siamo destinati a convivere tutti insieme”.
E per far capire che non sono parole snob di artista, si mette a cantare Clandestino di Manu Chao modificandola con riferimenti chiari anche alla situazione italiana (ad esempio un peruviano che diventa “aquilano”). E chi vuol capire, capisca!
Grande successo, applausi scroscianti, pubblico soddisfatto che non se ne va dall’Arena prima della fine del concerto (come spesso accade per altre occasioni).
Chi scrive, per formazione musicale e personale, non ha mai ascoltato tutto il pop italiano prodotto, preferendo scegliere di volta in volta questo o quell’artista secondo le sensazioni ricevute da un disco piuttosto che da un concerto dal vivo.
Per la serata di ieri a Umbria Jazz invece vogliamo fare nostra la considerazione di una amica presente al concerto e che ci è sembrato abbia colto con lo spirito giusto il senso della serata, “Questo non è stato il concerto di Fiorella Mannoia a Umbria Jazz, ma il suo personale omaggio alla manifestazione, fatto con rispetto e grandissima classe interpretativa”. Ed è verissimo. La Mannoia è stata come un amico di cui si ha nostalgia e che all’improvviso viene a trovarti a casa portando magari anche un regalo. Secondo il nostro gusto, per inciso, erano dei cioccolatini. Perfetti!

Riproduzione riservata

(Video: Nicola Palumbo per Tuttoggi.info)

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