E’ sereno, molto sereno, da far pensare che l’operazione ‘rinnovamento’ nel piddì umbro, dopo la batosta di Perugia e Spoleto di sei giorni fa, è cominciata ufficialmente oggi. Giacomo Leonelli, segretario regionale del piddì umbro, sta rientrando in questi minuti dall’assemblea nazionale che ha eletto Matteo Orfini (area ‘Giovani turchi’) alla presidenza nazionale e confermato alla vicesegreteria Lorenzo Guerini e Deborah Serracchiani. A quanto trapela ha avuto il tempo anche di un incontro riservato con le gerarchie del Partito, forse anche per uno scambio di intenti con lo stesso Renzi. Le tappe sono già scandite, 3 nel giro di una settimana. Si comincia lunedì prossimo con le assemblee comunali di Terni e Spoleto, giovedì con quella di Perugia dove arriverà il responsabile nazionale degli enti locali Bonacini. Non rappresentando certo un problema la piazza di Terni, dove Di Girolamo al di là di tutto ha ‘asfaltato’ Crescimbeni sfiorando il 60% dei consensi, Leonelli dopodomani presenzierà alla riunione di Spoleto.
Tre appuntamenti cruciali in vista di quello di lunedì 23 giugno quando si riunirà l’assemblea regionale chiamata ad “analizzare il voto” e nominare la direzione del partito. Il tutto sotto la supervisione dello stesso Lorenzo Guerini che dal premier-segretario ha ricevuto il mandato di risolvere e pacificare al più presto il ‘caso’ Umbria (leggasi provincia e comune di Perugia).
Mie dimissioni? Valuterò – Intanto il regionale ha replicato al collega di segreteria Stefano Fancelli che appena ieri, dopo aver fatto una analisi impietosa del voto dell’8 giugno, aveva chiesto “le dimissioni di Leonelli e del provinciale Dante Andrea Rossi”, quest’ultimo uscito sconfitto dalle urne della città del festival. In pratica l’azzeramento totale dei vertici. Un po’ troppo, a meno che Fancelli non abbia ‘sparato’ alto per portare a casa un proprio risultato. Come a dire, chiedo due per ottenere 1. E il minimo potrebbe essere proprio la testa del provinciale Rossi le cui dichiarazioni di questi ultimi giorni hanno fatto sobbalzare più di un dirigente. All’appello, per il momento, mancherebbe anche la convocazione della assemblea provinciale che la potrebbe dire lunga sulla tenuta politica del segretario.
Leonelli invece ha da giocare almeno due carte, se non 3: l’esser stato nominato appena quattro mesi fa, in pratica a campagna elettorale già avviata, l’aver ottenuto il 64% dei consensi al primo turno (Rossi il 33%, salvo poi fare l’accordo con il renziano Bocerani al ballottaggio) e il poter contare sul sostegno dello stesso Matteo Renzi. Una chance a tempo però, lungo non più di otto mesi, e che combacia con le regionali 2015. Un solo errore e anche per lui si apriranno le porte del purgatorio. Ieri comunque aveva risposto pacatamente all’attacco di Fancelli: “L’area bersaniano/dalemiana ha chiesto le mie dimissioni; la politica dev’essere un servizio: quando 4 mesi fa ci siamo candidati alla segreteria era perché eravamo convinti che il Pd locale avesse bisogno di una forte scossa d’innovazione sulle persone, sui contenuti e sul modo di fare politica. Valuteremo serenamente nelle prossime ore se sussistono o meno le condizioni per attuare nei prossimi mesi e anni il progetto per il quale ci siamo messi in gioco”.
Nessuno ha carta bianca – la prima toppa, comunque sia, resta quella di Spoleto, altra roccaforte caduta nelle mani dell’avversario e sul cui esito Dante Andrea Rossi ha fin qui sostanzialmente rigettato ogni propria responsabilità, attaccando tutto e tutti e proponendo il totale “rinnovamento” avendo ricevuto “carta bianca” da regionale e nazionale. “Ho letto le sue dichiarazioni” dice Leonelli al telefono di ritorno oggi da Roma “ed è vero che, alla luce della complicata situazione, gli abbiamo chiesto di mettersi al servizio del Partito ma ogni decisione sul futuro del partito di Spoleto andrà valutata con i militanti. Certo, va ricostruita la proposta politica, ma ogni decisione sarà rispettosa del sentire di tutti. Ripartiremo da zero, ma il percorso lo valuteremo lunedì a seguito del dibattito”. Una prima bordata all’indirizzo del n. 2 del partito che, almeno per ora, sembra allontanare anche l’ipotesi del commissariamento. Ma il vero “siluro” deve ancora arrivare. E la tanto sbandierata ‘carta bianca’?, chiediamo a Leonelli. “Non ci sono carte bianche, né colorate”. Rossi è avvertito. Il Pd di Spoleto pure.
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