Brutta vicenda quella che ha visto coinvolti una 20enne e il suo bambino. La donna era stata addirittura rapita per lavorare nel mondo della prostituzione. Il destino e il gran lavoro della Polizia, fortunatamente, hanno evitato il peggio.
La denuncia – Tutto è partito dalle prime ore della mattinata di martedì 3 giugno, quando l’Ufficio Denunce del Commissariato di Polizia tifernate ha ricevuto una segnalazione riguardante il sequestro di una donna e del suo bambino, molto probabilmente finalizzato alla prostituzione.
Le indagini – La 20enne sequestrata, secondo quanto dichiarato dalla denunciante, avrebbe potuto trovarsi presumibilmente nella zona tra Rimini e Riccione. La Polizia ha così avviato l’attività info-investigativa, grazie alla quale è giunta all’individuazione di un possibile luogo dove potesse essere segregata la donna. Nonostante questa non sia stata trovata, le indagini si sono comunque arricchite di importanti elementi.
L’incidente risolutivo – Il fato ha quindi voluto che, nel tardo pomeriggio di ieri, l’auto condotta dal presunto responsabile del sequestro sia stata coinvolta in un incidente stradale nel centro abitato di Rimini. L’arrivo delle Volanti e del personale del Commissariato tifernate ha messo in fuga il conducente e autore in concorso del rapimento della donna. Quest’ultima, rimasta in auto, dopo le dovute cure presso l’ospedale riminese, è stata condotta in Questura.
Il sequestro – Nel corso della denuncia, la 20enne ha confermato come il sequestro sarebbe stato finalizzato alla prostituzione. Inoltre ha raccontato di essere stata segregata per qualche giorno all’interno di una roulotte, uscendo solo per l’attività di prostituzione.
I denunciati – Gli investigatori hanno individuato tre dei quattro responsabili dei reati, tra cui due donne nomadi, occupatesi della “prigionia” della rapita e di suo figlio, vecchie conoscenze dei poliziotti tifernati. I malviventi suddetti sono stati denunciati a piede libero per i reati di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e lesioni.
In tarda serata la donna sequestrata e suo figlio, sono stati ricondotti a Città di Castello, ove potevano riabbracciare i parenti più stretti.