Prima l’aggiudicazione definitiva, ora la richiesta – avallata dagli uffici comunali – di realizzare una serie di interventi di sistemazione esterna e ripristino degli impianti, oltre ad alcune migliorie estetiche. La società Casina dell’Ippocastano srl, nata dall’iniziativa degli imprenditori Zefferino Monini e Francesco Zeppadoro, è pronta a ricondurre ai vecchi splendori il noto locale del centro storico, da tempo in stato di abbandono ed incuria dopo essere stato per anni uno dei principali punti di riferimento della movida spoletina.
La storia – Dopo un paio di gare per la locazione andate deserte, la rinuncia di una ditta di Fiumicino – unica partecipante al bando – al momento di stipulare il contratto e un’indagine della Corte dei Conti partita da un esposto dell’opposizione, la coppia Monini-Zappadoro ha deciso di “rompere gli indugi”. Gestirà la Casina in affitto dal comune per i prossimi sei anni rispettando una serie di vincoli imposti dal contratto, primo fra tutti l’obbligo di presentare all’amministrazione comunale appositi progetti sui singoli interventi che si dovessero rendere necessari.
Rimessa a nuovo – E di interventi da fare, dopo l’incuria e il degrado del locale –vittima a più riprese dei raid vandalici dei soliti ignoti – ce ne sono diversi. I più urgenti sono la manutenzione straordinaria delle facciate con ripristino della colorazione originaria e la manutenzione della parti in legno deteriorate, dei terrazzini e delle decorazioni della gronda utilizzando lo stesso materiale e un’identica colorazione. Oltre a questo, i nuovi “inquilini” hanno proposto all’amministrazione di ripristinare l’insegna degli anni ’70, illuminata dal terrazzino sul fronte del fabbricato, e realizzare un uovo infisso in ferro per contenere il banco gelati, in sostituzione di quello eretto nei primi anni 2000.
Vincoli – Dal comune è arrivato il via libera agli interventi che saranno a totale carico della società “Casina dell’Ippocastano” e che una volta effettuati diverranno automaticamente, e a titolo gratuito, proprietà comunale. I nuovi gestori, stabilisce inoltre il contratto di locazione, non potranno in alcun modo pretendere indennizzi o rimborsi. Vincoli piuttosto stringenti per chi ha deciso, dopo circa un decennio, di investire denaro in una struttura abbandonata. Ai quali però Monini e Zeppadoro non si sono sottratti pur di restituire a Spoleto la sua ”Casina”.
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